MILANO (WSI) – Volatilità estrema a Piazza Affari, che rimonta dopo lo sbandamento dovuto al calo delle banche Mps e Banco Popolare, congelate per eccesso di ribassi. Il listino Ftse Mib scambia in progresso +0,96% a 19.458,32 punti circa.
Scattano le prime speculazioni al rialzo e ora il prossimo target per uno scenario rialzista è 19.500. Da evitare come la peste quota 19.190, che equivale al 38,2% di ritracciamento di Fibonacci della corsa messa a segno dai minimi del 12 dicembre.
Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib, acquisti su A2A +3,45%, Finmeccanica +2,75%, Enel Green Power +2,71%; sotto pressione per l’appunto alcuni bancari, con Mps e Banco Popolare che, tornate agli scambi, hanno ceduto -3% circa; sell anche su BPM -2,16%, bene invece Bper +1,74%. Buy su Mediaset, in rally oltre +6%; acquisti anche su Intesa +1,54%, Ferragamo +2,66%, Prysmian +2,78%, Unicredit +1,71%, Tod’s +3,14%.
Tra le singole storie di giornata, STMicroelectronics ha avviato le contrattazioni in ribasso di circa due punti percentuali dopo aver registrato un giro d’affari inferiore alle previsioni nel quarto trimestre. Titolo ha poi recuperato ampiamente nel pomeriggio, balzando oltre +3%. Rally anche di Mediolanum +3,57%.
Lo Spread tra Btp e Bund, che è salito in questi ultimi giorni di tensione, si restringe, attestandosi intorno ai 215 punti base. Gli investitori nel debito fisso hanno conosciuto l’esito dell’asta di Ctz e Btp a un anno, che ha visto un ammontare collocato pari a 3,75 miliardi, sulla parte alta della forchetta prevista.
Grande attesa per le prossime decisioni in materia di politica monetaria. C’è cautela in attesa delle mosse della Federal Reserve e della banca centrale turca, che dovrebbe alzare i tassi per frenare l’emorraggia della lira. Intanto i bond in Ucraina recuperano terreno dopo le dimissioni del primo ministro Azarov.
Sempre in ambito di mercati emergenti, per placare le tensioni e frenare il calo del peso, l’Argentina ha cominciato anche a comprare dollari. La numero uno dell’ Fmi Christine Lagarde ha individuato i tre punti della road-map che l’Unione Europea dovrebbe seguire per uscire dalla crisi.
Sul versante macro, in Italia è salita la fiducia dei consumatori, che a gennaio è passata a 98 punti dai 96,4 del mese precedente.
Chiusura debole per la Borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei che ha ceduto lo 0,17% a 14.980,16 punti, scendendo dunque sotto la soglia psicologica dei 15 mila punti
L’indice Msci della regione Asia-Pacifico, escluso il Giappone, ha toccato in giornata nuovi minimi di 5 mesi, nel giorno in cui la Reserve Bank of India ha alzato a sorpresa il tasso di riferimento di 25 punti base all’8 per cento: se però l’inflazione rallenterà come previsto, ha sottolineato, non ci saranno ulteriori manovre rialziste. L’indice dei prezzi al consumo è salito al 10%.
L’attesa è ora per le decisioni della banca centrale della Turchia – uno degli epicentri delle turbolenze che hanno colpito i mercati emergenti – che oggi potrebbe anch’essa alzare i tassi per difendere la lira.
Intanto proseguono le violenze in Ucraina, dove si riunisce il parlamento mentre Usa e Ue provano a mediare. In Argentina il governo ha imposto un limite di $2.000 negli acquisti di dollari Usa. Languono le riserve in moneta estera di cui lo Stato ha bisogno per ripianare i debiti contratti con i creditori dopo il default di oltre dieci anni fa.
Sul valutario, euro -0,06% a $1,3662; dollaro/yen +0,27% a JPY 102,82; euro/franco svizzero +0,18% a CHF 1,2277. Euro/yen +0,19% a JPY 140,48.
Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio +1,73% a $97,38, il prezzo dell’oro -1,06% a quota $1.250,10 l’oncia.