A Wall Street vendite pesanti. La Fed riduce “droga” ai mercati. Che non gradiscono
NEW YORK (WSI) – La Federal Reserve riduce gli stimoli monetari all’economia degli Stati Uniti, tagliando di 10 miliardi di dollari, per il secondo mese consecutivo, gli acquisti di asset. Come previsto, la Fed ha portato l’entita’ degli acquisti a 65 miliardi di dollari al mese, e ha lasciato il tasso di interesse di riferimento vicino allo zero, in quanto si registra una “crescente forza dell’economia”. Si tratta dell’ultimo atto formale di Ben Bernanke, che dall’1 febbraio lascia il posto al nuovo governatore della Fed Janet Yellen.
La Fed fa capire che ridurra’ di 10 miliardi ogni 6 settimane (il periodo tra una riunione e la successiva del FOMC – Federal Open Market Committee) i programmi di stimolo all’economia Usa, noti come QE (Quantitative Easing), azzerando quindi l’immissione di “droga” monetaria entro la fine del 2014. Per il QE Wall Street ha messo ha segno un rialzo di circa +30% nel 2012. Di qui il nervosismo alla borsa di New York.
In chiusura, il Dow Jones Industrial Average perde 189.77 punti, pari a -1.2%, a 15738.79. Lo S&P 500 scivola 18.30 punti, cioe’ -1,0%, a 1774.20, e il Nasdaq Composite cala 46.53 punti, pari a -1.1%, a 4051.43.
Svanisce poi l’effetto placebo del maxi rialzo dei tassi al 12% in Turchia.
Per lo S&P 500, la resistenza di breve periodo è compresa tra 1799/1801 punti. Il primo livello di supporto è situato nell’area 1786/1785.
Secondo la maggior parte degli analisti la riduzione del programma monetario ultra accomandante sarà di altri 10 miliardi di dollari a 65 miliardi al mese. “Il Fomc (il braccio operativo della Fed, ndr) continuerà con il tapering, tagliando altri 10 miliardi dollari dal suo mensile programma di acquisto di asset a 65 miliardi dollari”, concordano gli analisti di Crédit Agricole.
Secondo il broker francese, i commenti giunti dai membri della Fed indicano un continuo supporto per ulteriori riduzioni graduali nelle prossime riunioni, nonostante i deboli dati sull’occupazione di dicembre. “Ci aspettiamo che il Fomc ridurrà gli acquisti di asset di 10 miliardi di dollari nelle prossime sei riunioni, chiudendo il programma di quantitative easing nel mese di ottobre”.
A livello societario, Yahoo (-6,68%) cede terreno all’indomani dei conti trimestrali che hanno deluso il mercato sul fronte degli introiti da pubblicita’ e dell’outlook. Apple, ieri il calo dell’8% in scia a vendite deludenti di iPhone, cede lo 0,22%. Dow Chemical (+5,56%) e’ tornata all’utile nel quarto trimestre del 2013 centrando le attese degli analisti. Il dividendo del colosso chimico e’ stato incrementato del 15% a 37 centesimi. Sale anche il piano di buyback a 4,5 miliardi di dollari. I ricavi trimestrali di Electronic Arts (+2,69%) sono risultati sotto le stime, complici vendite di videogiochi per console piu’ vecchie calate piu’ in fretta delle attese. Nel settore energetico, Valero Energy (-1,93%) ha comunicato profitti trimestrali in rialzo del 28% grazie allo spin-off voluto dal gruppo di raffinerie petrolifere delle attivita’ sotto il brand CST Brands. La recente vendita di asset ha avuto un effetto positivo su Hess (-0,24%). Intanto Tessera Technologies (+3,47%) ha siglato un accordo con la sudcoreana Samsung sul fronte di brevetti.
Sugli altri mercati, sul valutario euro in lieve aumento sul dollaro in avvio di giornata con la moneta unica europea che viene scambiata a 1,3665 dollari (1,3668 ieri sera dopo la chiusura di Wall street). Un leggero apprezzamento invece si registra nei confronti dello yen a 141,18.
commodities, i Futures sul petrolio in calo dai massimi di quattro settimane dopo i dati sugli aumenti delle riserve Usa. I contratti sul greggio Wti con scadenza a marzo perdono 95 centesimi e viene scambiato a 96,48 dollari al barile sul mercato after hour di New York. Il brent guadagna invece 3 centesimi a 107,4 dollari al barile. Oro in progresso dell’1,36% a 1.267 dollari l’oncia.
Nel frattempo, i titoli di Stato americani si avviano a chiudere in positivo con rendimenti in calo al 2,69% per il titolo decennale, benchmark del settore, e al 3,65% per il titolo trentennale.