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M5S in crisi di identità. Fenomeno destinato a spegnersi?

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ROMA (WSI) – Nelle ultime settimane si può notare come il Movimento Cinque Stelle sia scosso da forti tensioni interne ed esterne.

Il progressivo aumento della democrazia diretta per decidere le principali posizioni da tenere in Parlamento sta delineando la natura della maggioranza degli iscritti al M5S.

Il problema è che probabilmente il parere degli iscritti al Movimento non corrisponde affatto all’opinione degli elettori del Movimento stesso.

Beppe Grillo e Casaleggio sono stati degli abilissimi strateghi nel tenere il partito in una rotta che continuasse a cavalcare l’onda dell’antipolitica senza virare troppo a destra o a sinistra; anzi possiamo aggiungere che addirittura il comico genovese ha tenuto la barca leggermente a destra consapevole del fatto che l’italiano non schierato è tendenzialmente un populista tendente a destra e ovviamente non intendo la classica destra liberale e conservatrice ma la destra sociale e popolare.

Il problema per Grillo è che le pressioni per arrivare a prendere le decisioni attraverso la democrazia diretta lo hanno costretto a chiedere effettivamente il parere della base degli iscritti che, ad esempio ad un tema come l’abolizione del reato di clandestinità, ha votato sì virando drasticamente a sinistra.

Questo dimostra una cosa fondamentale cioè l’esistenza di una grande differenza tra la base degli iscritti al Movimento e il suo elettorato. Perché la base degli iscritti al Movimento è composta essenzialmente dai pentastellati della prima ora che sono essenzialmente No-Tav, ambientalisti, ecologisti, decrescisti che tradizionalmente sono più posizionati a sinistra che a destra.

Il fatto sta che almeno la metà degli elettori dei Cinque Stelle non hanno la stessa visione politica degli iscritti al Movimento stesso, avendo votato Grillo più per disprezzo per i partiti tradizionali e come protesta che per vera e propria adesione.

E questo noi lo diciamo perché tra la gente comune e i commenti in gran parte negativi sui social network nei confronti della decisione di sostenere l’abolizione del reato di clandestinità ne sono la prova.

La realtà è che l’elettorato che può far vincere i Cinque Stelle non è l’elettorato di sinistra che è uno zoccolo duro difficile da smuovere essendo in gran parte composto da dipendenti pubblici ancora non toccati in maniera grave dalla politica e dai pensionati che tutto sommato le pensioni le hanno ancora al sicuro e inoltre molte persone insoddisfatte del PD tendono a scegliere partiti come SEL o i vari partitini comunisti piuttosto che spostarsi verso il M5S.

Al contrario tra il centrodestra il vuoto creato dagli scandali della Lega e dalla sfiducia in Berlusconi poteva fornire il bacino di voti necessario per vincere e che ha già garantito parte del successo delle scorse elezioni. E inoltre anche gli indecisi e gli astenuti non si convincono con una politica troppo schierata ma solo continuando con argomentazioni populiste.

E’ inutile quindi negare la realtà, la gran parte degli italiani sono e saranno populisti se no non si spiegherebbe il fatto che Berlusconi abbia governato per gran parte dell’ultimo ventennio (e gli italiani mica sono tutti imprenditori). Oppure non si spiega il perché del ventennio fascista.

Quindi ricapitolando paradossalmente ci si può domandare se un movimento che voglia portare la democrazia diretta possa essere gestito con la democrazia diretta stessa. A nostro avviso le due cose non sono compatibili, il Movimento non può essere un contenitore politico che decide facendo votare gli iscritti di tanto in tanto quali scelte prendere così non si avrà mai una strategia politica coerente.

Il Movimento dovrebbe definire con chiarezza quali sono gli obiettivi da raggiungere e adoperarsi nel raggiungerli. Ora credo che Grillo e Casaleggio sappiano benissimo i rischi di questa situazione ed ora si trovano ad un bivio molto importante che a nostro avviso può evolversi nei seguenti scenari:

1) SCENARIO BIPOLARE: il Movimento continua a scontrarsi con i partiti, a votare a democrazia diretta, a seguire una linea tendenzialmente spostata a sinistra e si prepara alle prossime elezioni. Ora abbiamo visto come è fatta la nuova legge elettorale e abbiamo visto i sondaggi che danno il M5S con un distacco negativo di sei-sette punti dal centrosinistra e di otto-nove punti dal centrodestra.

Ora molti su internet sostengono che dato che il Movimento Cinque Stelle ha presso molti più punti percentuali rispetto ai sondaggi nelle scorse elezioni la cosa debba ripetersi. Noi eravamo le scorse elezioni tra i pochi blog a sostenere che il Movimento avrebbe fatto molto di più che nei sondaggi adesso però sosteniamo che non è affatto la stessa cosa perché il Movimento non ha fatto essenzialmente niente di così importante da smuovere altri elettori in suo favore e le recenti rivolte dei Forconi e di altri movimenti nei confronti dell’intera classe politica dimostrano chiaramente che il M5S non basta più come valvola di sfogo.

Inoltre la leggera deriva a sinistra del Movimento scoraggia molti elettori tendenzialmente di centrodestra e molti elettori tendenzialmente populisti (quindi “politici ladri”, “diritto al lavoro”, “basta equitalia”, “fuori gli immigrati”) che probabilmente alle prossime elezioni si asterranno o torneranno a votare i partiti tradizionali o qualche partitino estremista.

Non dobbiamo dimenticare inoltre che la sinistra con Renzi ha rinnovato la sua faccia e quindi gli elettori del PD possono continuare tranquillamente a votare turandosi il naso e il centrodestra non si è rinnovato è vero ma andando all’opposizione ha sicuramente ripreso molto consenso ed infatti risulterebbe vincente.

Senza considerare che Casini per non rimanere fuori dai giochi potrebbe tornare all’ovile innalzando ancora il totale dei voti del centrodestra. Ed ancora non dimentichiamoci che mentre il PD ha già tirato fuori il suo asso nella manica cioè Renzi, il centrodestra non ha ancora scelto il suo candidato che molti dicono potrebbe essere Marina Berlusconi e questo potrebbe portare ulteriori voti al CDX di tutti quegli elettori che non volevano votare più Silvio ma invece voterebbero volentieri a destra con un altro candidato.

In tutta questa situazione si può quindi dire che difficilmente il Movimento Cinque Stelle potrà battere i sondaggi questa volta. A nostro avviso l’unica speranza che può avere è riuscire ad andare al ballottaggio e convogliare al secondo turno i voti dell’altra parte politica e vincere.

Questa potrebbe essere la sorpresa vincente ma abbiamo già detto che i margini per crescere stavolta non sembrano esserci e i sondaggi danno un distacco considerevole che certamente potrebbe essere colmato ma ci vorrebbe veramente una campagna elettorale eroica e convincente per riuscirci contro due avversari che hanno cambiato pelle e cercheranno in tutti i modi di emarginare il M5S e di concentrare l’attenzione su di loro.

Quindi questo primo scenario potrebbe certamente consegnare il paese a Grillo e company ma attualmente le loro probabilità sembrano scarse quindi è uno scenario rischioso per i pentastellati se non trovano qualche asso nella manica.

2) SCENARIO UCRAINO: le recenti rivolte dei Forconi, del 9 Dicembre, di studenti e di lavoratori di industrie chiuse dimostrano come l’Italia rischi un’esplosione sociale.

Abbiamo anche visto come però le rivolte non riescano a durare a lungo dato che i diversi movimenti si dividono tra loro per ogni decisione. Ora si può notare qualcosa di interessante, cioè il fatto che Grillo e il Movimento stiano estremizzando lo scontro politico.

Probabilmente sono consapevoli del fatto che se si va a votare e perdono, per cinque anni dovranno sorbirsi Renzi o un pupazzo di Silvio, che con una maggioranza stabile difficilmente cadrà. E se succedesse una cosa del genere il Movimento in cinque anni rischia seriamente di estinguersi e di essere surclassato da movimenti rivoltosi e dall’astensione.

Sicuramente come lo sappiamo noi lo sanno i pentastellati e i loro strateghi e quindi mi sembra di scorgere un’escalation strategica del Movimento. Quale potrebbe essere la tattica di Grillo: mettere pressione in maniera sempre più estrema i poteri forti della politica quindi attaccando il Presidente della Camera e della Repubblica, occupando le Camere e continuando con gesti sempre più estremi in maniera da provocarli sempre di più finché il Movimento non verrà colpito da qualche arresto o da qualche altro tipo di punizione e poi al momento giusto trovare un casus belli per abbandonare il Parlamento e chiamare il popolo in piazza.

Pensate sia fantascienza? Ma le rivolte in Ucraina ed in Thailandia che stanno portando alla guerra civile sono guidate da partiti di opposizione parlamentare. Inoltre Grillo aveva già accarezzato i movimenti di protesta dei lavoratori e dei Forconi e una volta abbandonato il Parlamento, unirsi a queste frange estreme sarà facilissimo.

E tutti noi sappiamo quante persone Grillo può portare in piazza. A Torino, i Forconi che hanno paralizzato la città per una settimana non superavano i diecimila, Grillo a Torino farebbe scendere in piazza al minimo cinquantamila persone, quindi fate i vostri calcoli.

E inoltre le motivazioni ci sono tutte, un Parlamento incostituzionale, un Presidente della Repubblica accusato di tradimento, una crisi che sta spezzando le reni al popolo italiano. I toni di Grillo sono sempre più violenti e non ci si può scordare della lettera del comico inviata ai capi militari per esortarli ad abbandonare la politica e a sostenere l’unica legittima istituzione cioè il popolo.

La polizia si è levata il casco davanti ad una folla spontanea, cosa potrebbe fare davanti al primo partito del paese? Ovviamente quello che potrebbe succedere dopo una deriva rivoluzionaria del Movimento Cinque Stelle non si sa, ma al Movimento non rimangono molte alternative: rischiare alle prossime elezioni e in caso di sconfitta avviarsi verso l’estinzione oppure scegliere di stare con quel 60-80% degli Italiani che comprendeva i Forconi e che si è espressa positivamente sulla recente escalation pentastellata e dare l’assalto al palazzo e dimostrare che l’Italia non si avvia senza alzare la testa verso un futuro di cinesizzazione e povertà.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Hescaton – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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