NEW YORK (WSI) – All’indomani di un rimbalzo che ha permesso all’S&P 500 di risollevarsi dal calo di lunedi’, il piu’ ampio dallo scorso giugno, Wall Street chiude la seduta con tutti gli indici in calo, complice il dato inferiore alle previsioni sull’occupazione nel settore privato americano in gennaio. Gli investitori guardano ora al rapporto sull’occupazione di gennaio che sarà diffuso venerdì. Le attese del consensus indicano la creazione di 150 mila posti. Un dato – come sottolinea qualche analista – che comunque appare deludente, in vista di un consolidamento dell’economia (a ottobre e novembre sono stati creati 200.000 posti) e che potrebbe compromettere l’andamento del mercato azionario nei prossimi mesi.
A fine seduta, il Dow Jones perde lo 0,03% a 15.440 punti, il Nasdaq arretra dello 0,48% a 4.012 punti e lo S&P 500 cede lo 0,18% a 1.752 punti. Il petrolio ha terminato la seduta in modesto rialzo: i future a marzo hanno aggiunto 19 centesimi, lo 0,2%, a 97,38 dollari il barile. Nel frattempo, i titoli di Stato americani chiudono negativi con rendimenti in aumento al 2,67% per il benchmark decennale e al 3,65% per il titolo trentennale. Sui mercati valutari, l’euro avanza a 1,3531 dollari mentre il biglietto verde perde terreno a 101,39 yen.
Secondo il rapporto mensile redatto dall’agenzia che si occupa di preparare le buste paga, Automatic Data Processing (ADP), in gennaio sono stati creati 175.000 posti di lavoro, meno dei 189.000 attesi dagli analisti. Cio’ ha innescato da un lato le vendite sul dollaro, sceso sotto la soglia chiave di 101 yen, e dall’altro gli acquisti sul dollaro. Sempre sul fronte macro, risultati migliori delle attese per l’indice Ism servizi che, nel mese di gennaio, è salito a 54 punti dai 53 del mese precedente. Il dato è migliore delle attese degli analisti che indicavano 53,7 punti.
Intervistato dal canale televisivo della Cnbc Derek Halpenny di Bank of Tokyo Mitsubishi afferma che “dall’inizio dell’anno il tono dei dati economici è stato debole e di conseguenza i mercati stanno scontando l’arrivo di notizie poco confortanti”. Detto questo, “Riteniamo che la debolezza sarà temporanea e legata più alle condizioni del tempo. le prospettive per una crescita economica più sostenibile rimangono buone”.
Fari putati sui titoli a bassa capitalizzazione: l’indice Russell 2000 è sceso dell’8 per cento dai massimi, avvicinandosi al livello del 10 per cento visto da molti analisti come una correzione tecnica.
Focus sull’indice della volatilità Chicago Board Options Exchange Volatility, oggi, in crescita del 3% dopo che ieri ha ceduto -11%, segnando la flessione più forte dallo scorso 18 dicembre. L’indice, noto come VIX, riporta una performance diametralmente opposta rispetto a quella dello S&P 500 nell’80% dei casi.
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L’indice azionario dei mercati emergenti, l’MSCI Emerging Markets ha chiuso piatto, in rialzo di meno +0,1%, recuperando comunque terreno dal calo più forte dallo scorso agosto. Il listino ha ceduto -8,4% quest’anno, segnando il peggior inizio anno dal 2010. Focus però sull’indice Taiex di Taiwan, che ha registrato la perdita più forte in 10 mesi, scendendo -2,3%.
A livello societario, Google avanza dello 0,44% nel giorno in cui ha raggiunto un accordo con l’Unione europea mettendo fine a oltre tre anni di indagini antitrust sul presunto abuso della sua predominanza nelle ricerche online. Ora i legislatori europei raccoglieranno i commenti di 18 gruppi rivali prima di dare il via libera definitivo all’intesa. Twitter, in attesa della pubblicazione della prima trimestrale da quando il gruppo e’ sbarcato in borsa, segna un -0,53%. Time Warner (+1%) ha superato le stime: il gruppo media ha registrato utili trimestrali sopra le stime, ha alzato il dividendo trimestrale del 10% e ha annunciato un programma di buyback da 5 miliardi di dollari. La catena di ristoranti Buffalo Wild Wings (-3,82%) ha battuto le previsioni del mercato sul fronte dei profitti trimestrali ma non dei ricavi. Il colosso 3M (+0,52%), che tra gli altri produce i celebri post-it, ha svelato un nuovo programma di riacquisto di azioni proprie per 12 miliardi di dollari, sostituendo quello precedente da 7,5 miliardi.
Sul valutario, euro a $1,3531; dollaro/yen a JPY 101,39.
Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio +0,86% a $98,03, il prezzo dell’oro +0,48% a quota $1.257,20 l’oncia.