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Borsa Milano lenta, Spread sotto 190

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MILANO (WSI) – Mentre Wall Street rientra senza troppa spinta dalle festività del Presidents’ Day, la Borsa di Milano è fiacca, con il listino Ftse Mob che scende dello 0,18% attestandosi a quota 20.430 punti. È una seduta priva di spunti interni, nell’attesa di conoscere come sarà composto il governo Renzi. Lo Spread Italia-Germania a 10 anni continua a stringersi, bucando quota 190 punti base, tassi decennali in calo al 3,59%.

Dal punto di vista prettamente tecnico, l’indice milanese presenta una configurazione di monitoraggio per il mantenimento del segnale rialzista di breve in corso.

Tra i singoli titoli buy sulle tlc e le utility come Telecom e A2A. Focus sempre concentrato sulle banche italiane, alle prese con apparenti difficoltà negli stress test.

Dei giudizi che interessano il settore, particolarmente dibattuto quello di Société Générale, che ha alzato il rating su Intesa Sanpaolo (+0,55%), da “Hold” a “Buy”, tagliando la valutazione su UniCredit (-1,74%) da “Buy” a “Hold”. L’upgrade della stessa SocGen sostiene invece le quotazioni di Banca Popolare di Milano, che però dimezza i guadagni con +1,09%. Tra altre banche Mps -1,69%, Bper -0,19%, Banco Popolare -1,95%.

Tra i gruppi operativi in altri settori: Cnh Industrial -0,92%, Fiat -1% sconta l’ennesimo calo delle immatricolazioni in Europa; Pirelli -0,80%, Ferragamo -1,76%.

Notizie no dalla Germania, con l’ indice Zew, che misura la fiducia degli investitori tedeschi sulla base delle aspettative sui prossimi sei mesi, che a sorpresa è crollato a febbraio a 55,7 punti da 61,7 di gennaio, a un livello decisamente peggiore rispetto a quanto atteso.

Vincenzo Longo, market strategist di IG Italia, commenta così il dato: “Gli investitori sembrano riconoscere che, data la sua vocazione per l’export, i principali rischi per l’economia tedesca rimangono il rallentamento della crescita globale e gli shock che potrebbero arrivare dai Paesi Emergenti. Il calo del dato prospettico sta riflettendo il pressioni sui Paesi emergenti a cui abbiamo assistito qualche settimana fa. Sulla parte corrente, invece, gli investitori sembrano scommettere sull’azione della Bce nel meeting di marzo. Il gran balzo del dato conferma come l’attesa per nuove misure non convenzionali sia molto forte”.

Acquisti boom per la Borsa di Tokyo, che ha visto il Nikkei balzare oltre +3%, sulla scia delle parole della Banca centrale, che ha deciso di mantenere le sue politiche monetarie ultraespansive e di tenere invariato il suo giudizio sull’economia nipponica rimarcando che ”sta continuando a riprendersi moderatamente”.

L’indice Nikkei dei 225 titoli ha chiuso a 14.843,24 punti. Azionario asiatico in generale in rialzo, con l’indice di riferimento MSCI Asia Pacific che ha terminato la sessione al record in tre settimane, dallo scorso 24 gennaio.

Altri indici in Asia: Hong Kong +0,15%, indice australiano ASX 200 +0,18%, Shanghai in calo con -0,77%, Kospi +0,03%.

Sul valutario, l’euro +0,14% a $1,3725; dollaro/yen +0,44% a JPY 102,37. Euro/franco svizzero +0,02% a CHF 1,2222. Euro/yen +0,60% a JPY 140,50.

In ambito di commodities, commodities, i futures sul petrolio +0,50% a $100,80 al barile, oro -0,31% a $1.314,50 l’oncia.

QUADRO TECNICO VALUTE DI FXCM ITALIA

EurUsd: il cambio principe non ha praticamente fatto registrare variazioni significative di prezzo e del quadro tecnico più generale. La candela giornaliera sviluppatasi ieri ne è dimostrazione ufficale; ci troviamo dentro il canale rialzista dai minimi di inizio mese, con dei tentativi di divergenza regolare ribassista tra prezzo ed oscillatore stocastico che sono andati svilendosi sui minimi crescenti della price action che, venendo al grafico orario, resta congestionata tra l’1,3690 e l’1,3720. Appare perciò sensata un’operatività in stop entry, laddove comunque non appaiono troppo significativi i market mover riguardanti l’euro. Eventuali strappi al rialzo, previo il livello di 1,3730, potrebbero condurci nuovamente ad area 1,3765, mentre al ribasso è ben individuabile il livello di 1,3650.

UsdJpy: come detto in introduzione, forte movimento rialzista del cambio che già dal grafico settimanale appariva in impostazione tecnica di ripartenza rialzista. Buono il grafico a 8 ore dal punto di vista ciclico a segnalare inversioni rialziste che hanno condotto il prezzo precisamente sulla resistenza a 102,65. Da qui sono verosimili ritracciamenti di breve che potranno riguardare area 102,50 per nuovi tentativi che se andassero a buon fine potrebbero vedere in 102,90 il primo target e 103,45 il secondo. Le parziali ricoperture del movimento della notte potrebbero invece trasformarsi in nuovi ribassi, meno verosimili, sotto 102,20 per il ritorno sui supporti tra 101,90 e 101,65.

EurJpy: impostazione meno precisa per il cross, rispetto ai due sopracitati cambi originali. Buono il segnale rialzista con la rottura della congestione e la possibile presa di direzionalità delle medie mobile per la ricerca di acquisti sui primi retest della media esponenziale a 21 periodi nei pressi deu punti statici a 140,40 verso la ripresa di 141 e 141,30. Posizionamenti short vanno contemplati sotto 140 per un ritorno sui supporti tra 139,50 e 138,90.

GbpUsd: massimi dal 2009 dunque per la sterlina contro il dollaro americano. Molto significativo il grafico a 4 ore che in prossimità della soglia di 1,67 fa passare la media mobile esponenziale a 21 periodi che sembra aver già perfettamente funto da resistenza dinamica per ripartenze verso il primo livello a 1,6750 che, se violato, può ricondurci sui massimi oltre 1,68. Forte dunque l’area di supporto compresa tra 1,67 e 1,6675, dal cui superamento passano le discese verso 1,6625.

AudUsd: la figura di riferimento resta il canale rialzista iniziato dai minimi di fine gennaio, con punti cruciali che si leggono bene dal grafico daily che individua nella resistenza a 0,9075 il passaggio della media mobile a 100 periodi e la media 21 che pare possa fornire direzionalità al rialzo. Venendo a grafici più di breve si evidenzia ancora meglio l’importanza della confluenza grafica a 0,90 come basse per partenze al rialzo che troverebbero definitivo sviluppo solo sopra 0,9085 verso area 0,9160. I primi short potrebbero invece essere implementati al perforamento di 0,8990 verso 0,8955 come primo target e 0,8920 come secondo.