NEW YORK (WSI) – Tortura, stupri, infanticidio e aborti forzati. Sono solo alcuni dei crimini commessi dalle forze di guardia contro i prigionieri in Corea del Nord.
Dopo l’accusa, con un documento che prendeva in esame le parole di 80 testimoni, da parte dell’ONU nei confronti della Corea del Nord per le violazioni dei diritti dell’uomo, tra cui atti di tortura, imprigionamenti immotivati, stupri, aborti forzati e altre violenze, ora un uomo, Kim Kwang-il, come riporta la BBC, anche lui ex prigioniero, ha mostrato alcuni disegni fatti da lui.
L’uomo in questione è anche un artista e alcuni dei disegni in questione sono stati inclusi nel documento presentato dalle Nazioni Unite.
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Simili ad alcune immagini pubblicate da altri ex detenuti nel 2012, queste mostrano le atrocità a cui i prigionieri in Corea del Nord vanno e sono andati incontro.
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Detto questo, proprio Kim Kwang-il ha dichiarato che le immagini mostrate non sono niente in confronto a quanto avviene nella realtà.
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GUARDA IL RESTO DELLA GALLERIA DI DISEGNI “REPORTAGE”:
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Il regime di Pyongyang nega l’esistenza dei campi, ma vi sono testimonianze di ex guardiani e detenuti.
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Inoltre – afferma il rapporto di quasi 400 pagine – immagini satellitari provano che sono ancora operativi e benché il loro numero sia diminuito, “a causa dei decessi e di qualche rilascio, si stima che tra 80mila e 120mila mila persone siano attualmente detenute in quattro grandi campi di prigionia politica”. Nel rapporto, infatti, sono stati inseriti anche i disegni dei prigionieri che mostrano torture e soprusi.
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“Le indicibili atrocità” commesse contro i detenuti di questi campi di prigionia politica, detti ‘kwanliso’, “somigliano agli orrori dei campi creati dai peggiori Stati totalitari del XX secolo”, si legge nel rapporto oltre alla denuncia di “violazioni sistematiche, diffuse e gravi dei diritti umani” che continuano ad essere commesse in Corea del Nord e che in “molti casi costituiscono crimini contro l’umanità”.
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Gli esperti della Commissione Onu sulla Corea del Nord raccomandano al Consiglio di sicurezza di deferire lo Stato totalitario alla Corte penale internazionale o di istituire un Tribunale dell’Onu ad hoc.