Società

2029: l’anno in cui i robot supereranno gli esseri umani

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NEW YORK (WSI) – Entro il 2029 i computer saranno in grado di capire il nostro linguaggio, imparare dalle nostre esperienze e superare in astuzia anche il più intelligente degli esseri umani.

Questa è la tesi, riportata dall’Independent, di Ray Kurzwell, direttore di ingegneria presso il colosso del motore di ricerca Google, che ha fatto notare come già nel 1990 un computer fosse in grado di battere un campione di scacchi e di come l’evoluzione tecnologica stia portando a realtà computerizzate sempre più sofisticate.

Entro 15 anni quindi, i robot ci supereranno esibendo un comportamento intelligente pari a quello di un essere umano:

“La gente ha visto già software come Siri, il sistema di riconoscimento vocale della Apple, che permette di parlare al computer e ha anche visto le macchine di Google che si guidano da sole. Insomma la mia idea non è poi così tanto fantascientifica” ha dichiarato.

Soprattutto perché, con tutti questi miliardi da investire e spendere nella tecnologia, alcune tra le più grandi menti dell’umanità sono già al lavoro, e sarà solo una questione di tempo prima che si raggiungerà il punto in cui i robot saranno in grado di scherzare, imparare e sì… anche flirtare.

Illah Nourbakhsh, professore del Robotics at The Robotics Institute della Carnegie Mellon University negli Stati Uniti, ha fatto notare come già ora le tecnologie stiano influenzando la nostra vita in maniera negativa, ad esempio rilasciando ogni giorno informazioni online: “È interessante notare come il nostro comportamento, di giorno in giorno, insieme a tutto ciò che condividiamo online, dalla musica che ascoltiamo a come guidiamo la macchina, venga poi appreso da qualcuno e studiato”. (vedi le pubblicità che appaiono nelle pagine che visitiamo in base alla ricerche su Google che abbiamo effettuato).

Guardando al futuro il professore vede i robot al centro della scena, in grado di riconoscerci e aiutarci nella nostra vita quotidiana, anche per strada nelle più semplici faccende: “Mi domando – conclude Nourbakhsh – che cosa accadrà al nostro senso di identità, quando tutto quello che ci riguarda sarà rivelato quando si sarà a contatto con un robot”.