MILANO (WSI) – Piazza Affari in recupero, con il Ftse Mib che si riporta oltre 20.753 punti, con un rialzo +0,58%. L’indice disegna un Evening Star ovvero un pattern candlestick piuttosto inconsueto che presenta implicazioni ribassiste.
Tra i singoli titoli, spiccano i rialzi di A2A +3,36%, Autogrill +2,10%, giù Finmeccanica -1%, Cnh Industrial -1,78%, Buzzi Unicem -1,43%.
Tra i bancari, Mps +1,83%, Banco Popolare +1,92%, BPM +0,49%, Unicredit +3,32% in attesa dei conti del 2013 e dell’aggiornamento del piano industriale che saranno diffusi domani.
Sul versante macro, la settimana sarà caratterizzata da una ricca agenda economica, con dati importanti provenienti sia dall’Europa che dagli Stati Uniti.
Oggi l’indice destagionalizzato della produzione industriale italiana è salito dell’1% sul mese precedente. Lo rende noto Istat, precisando che si tratta dell’aumento congiunturale maggiore dall’agosto 2011.
In Francia è stato pubblicato il dato sulla produzione industriale su base mensile, in calo dello 0,2%. L’indice del sentiment in Eurozona si è intanto avvicinato ai massimi di tre anni.
Borse mondiali al bivio e fase di rally a rischio. I principali indici mondiali presentano una situazione contraddittoria tra loro, mentre il modo in cui sta avvenendo la corsa degli ultimi giorni va interpretato come un fattore di pericolo che potrebbe segnare la fine della fase rialzista.
In Asia azionario debole. Tokyo -1,01%, Hong Kong -1,66%. I prezzi alla produzione in Cina sono calati del 2%. L’indice CSI 300 ha perso il 3,3% pagando dazio per i dati deludenti sulle esportazioni. Si trova ai minimi dal 2009 in chiusura.
Inoltre quando anche i titoli “spazzatura” incominciano a guadagnare terreno e la percentuale di investitori ottimisti si avvicina al 100%, c’è il pericolo molto reale di una conclusione della fase rialzista.
Spread tra Btp e Bund in flessione -1,40% a 173,87 punti base, a fronte di rendimenti decennali -1,43% al 3,37%.
Una settimana densa di CDA di bilancio per le società quotate a Piazza Affari potrebbe influenzare le contrattazioni dei singoli. Rischio quindi di una accelerazione della volatilità sul mercato e sui singoli titoli.
Sul valutario, euro -0,01% a $1,3874; dollaro/yen -0,04% a JPY 103,21; euro/franco svizzero +0,03% a CHF 1,2184. Euro/yen -0,04% a JPY 143,22.
Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio -1,25% a $101,30, il prezzo dell’oro +0,31% a quota $1.342,30 l’oncia.
Ad influenzare i prezzi i dati sull’export in Cina che confermano il trend di rallentamento della crescita. L’indice è sceso inaspettatamente del 18% in febbraio. Avanza l’oro di pari passo con il mercato azionario, mentre fino a poche settimane fa presentava una correlazione negativa nei confronti degli indici azionari, ossia quando saliva l’oro scendeva l’azionario. Il rapporto tra le due classi si è dunque invertito.