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Male Borsa Milano, è caccia ai beni rifugio

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MILANO (WSI) – Borsa Milano archivia la seduta in rosso, con un calo dello 0,25%, attestandosi in area 20.781 punti. Dando un’occhiata ai prezzi dell’oro (ai massimi di sei mesi) e dei bond dei paesi virtuosi (Treasuries e titoli a due anni svizzeri sono molto richiesti) si scopre che la caccia ai beni rifugio è ancora nel vivo.

Nonostante la piccola sbandata odierna, le quotazioni dei titoli di Piazza Affari continuano comunque a premere contro i massimi della fase rialzista, scambiando intorno ai livelli visti tre anni fa. Un andamento che stride fortemente con lo stato reale dell’economia. A livello di trend generale, sottolineano gli analisti, arriva una notevole spinta da parte dei volumi. Molto richiesti i titoli delle banche Ubi Banca, MPS e Pop Milano.

Lo Spread tra Btp e Bund è in rialzo, ma comunque sempre mantenendosi ancorato all’area dei 180 punti base. Non influisce il buon risultato dell’asta di Bot, con cui il Tesoro ha collocato debito a un anno per 7 miliardi di euro. Il rendimento è sceso allo 0,59%, un nuovo minimo storico.

Focus anche sull’asta tedesca, con il rendimento medio salito allo 0,15% dallo 0,11% dell’asta di febbraio.

Secondo gli analisti di AGE Italia, una volta definitivamente lasciatasi alle spalle la resistenza chiave che oggi non ha violato, il listino Ftse MIB potrà continuare la fase rialzista. La situazione grafica generale rimane insomma incerta: se da un lato la seconda seduta della settimana si è conclusa con un saldo positivo (+0,39% circa), dall’altro l’indice ha fallito il superamento della resistenza offerta a 20970 punti dal top del 6 marzo.

Nell’intraday infatti le quotazioni si sono spinte fino a 20985 punti circa, ma la chiusura di seduta è stata archiviata a 20833 punti. Leggi i livelli chiavi, con supporti e resistenze.

Azionario europeo scende al livello minimo in un mese, l’indice di riferimento Stoxx Europe 600 è calato -3% dal massimo testato lo scorso 25 febbraio, scontando le tensioni geopolitiche e in particolare l’utilizzo delle forze militari russe in Crimea.

Intervistato da Bloomberg Christian Stocker, senior strategist presso Unicredit Bank a Monaco, parla di “avversione al rischio” presente sui mercati.

“Tutti sono concentrati sul referendum (della Crimea, per l’annessione alla Russia) della prossima domenica e su come l’Europa reagirà all’esito. Prevedo che il risultato sarà a favore dell’annessione alla Russia. Le valutazioni dei mercati azionari europee sono elevate e quello di cui abbiamo bisogno per assistere a un rally ulteriore è un nuovo impulso positivo dal fronte degli utili”.

Focus sulla diffusione dei risultati di bilancio delle blue chip italiane: molto positiva la reazione dei mercati ai conti di Unicredit, con il titolo che è balzato alla vigilia fino a +7% circa, attestandosi ai massimi dall’ottobre del 2011. Reazione dei broker, con Nomura che ha rivisto al rialzo il rating sul titolo a buy (acquistare) dal precedente reduce (ridurre).

In mattinata sono stati comunicati i risultati di Mps, altra banca italiana in perdita nel 2013.

Sul fronte societario, attenzione anche ai risultati di Enel, che hanno messo in evidenza un utile ordinario in rialzo +10,3%, a 3,119 miliardi di euro, nel corso del 2013.

Dal fronte economico, reso noto il dato relativo alla produzione industriale dell’Eurozona, che a gennaio ha segnato un calo -0,2%, salendo però su base annua +2,1%.

Seduta negativa per l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo, sceso -2,59%; male anche Hong Kong -1,57%, indice australiano S&P/ASX 200 -0,55%, Shanghai -0,17%, Kospi -1,60%.

Intervistato da Cnbc Tai Hui, responsabile strategist dei mercati presso JP Morgan Funds, ha riferito che “il timing della volatilità coincide con un livello di pessimismo sulla Cina che non vediamo da tempo”.

In ambito valutario, l’euro -0,10% a $1,3845; dollaro/yen -0,17% a JPY 102,83; euro/franco svizzero -0,06% a CHF 1,2163; euro/yen -0,28% a JPY 142,36.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio -1,79% a $99,31 al barile, quotazioni oro in progresso di quasi l’1% a $1.363 l’oncia, ai massimi di sei mesi.