MILANO (WSI) – La fondazione Mps vende il 12% di Mps attraverso un collocamento privato di azioni, come mossa per estinguere i debiti.
A occuparsi dell’operazione – tecnicamente chiamata «accelerated bookbuilding» – è stata la banca d’affari Morgan Stanley. Ad agevolare la decisione di vendere da parte dell’ente presieduto da Antonella Mansi e guidato dal direttore generale Enrico Granata è stato il prezzo in forte rialzo del titolo della banca: martedì 18 marzo ha chiuso a 0,246 euro (+2,7%), con un rimbalzo di oltre il 30% in un solo mese.
Il collocamento dovrebbe essere avvenuto, secondo indiscrezioni, a un prezzo piĂą basso, attorno a 0,233 euro, che corrisponde a circa 330 milioni di euro.
L’incasso servirà all’ente di Palazzo Sansedoni per rimborsare integralmente il debito residuo di circa 260-270 milioni di euro. Inizialmente sembra che l’offerta di azioni sul mercato fosse dell’8,5% ma la forte richiesta del mercato ha fatto elevare il pacchetto al 12% circa.
Una nota della Fondazione diffusa nella serata di martedì ha confermato di «aver effettuato, nella giornata di oggi (IERI PER CHI LEGGE), la vendita “a mercato chiuso” di 1,4 miliardi di azioni Banca Mps, pari all’11,98%.
Considerando anche le vendite effettuate sul mercato telematico azionario in data odierna e nelle giornate precedenti, la quota detenuta dalla Fondazione Mps nella Banca Conferitaria è oggi pari al 15,07%».
E ha specificato che «il ricavato delle vendite è prioritariamente destinato alla totale estinzione del debito residuo nei confronti dei creditori finanziatori», ovvero Credit Suisse, Mediobanca e un pool di istituti capitanato da Jp Morgan.
A partire da gennaio l’ente primo azionista del Montepaschi – che a fine dicembre aveva il 33,4% – aveva ceduto sul mercato il 3,5% per fare cassa e cominciare il rientro dai 340 milioni di euro rimasti in bilancio dai 1,1 miliardi contratti per sottoscrivere gli aumenti di capitale di Mps del 2008 e del 2011.
L’ente aveva annunciato di voler cercare uno o più investitori strategici cui collocare quote rilevanti della banca prima dell’avvio dell’aumento di capitale dal 3 miliardi di Mps, fissato per metà maggio. Era stata la stessa Fondazione, in assemblea a fine dicembre 2013, a far spostare il termine per l’aumento di capitale dall’originaria proposta di gennaio dei vertici della banca, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, per poter guadagnare mesi preziosi per collocare le azioni, che allora valevano circa 0,17 euro per azione.
Erano circolate nelle scorse settimane le ipotesi di colloqui e contatti con fondi d’investimento esteri e con fondi sovrani come quelli del Qatar o di Abu Dhabi. Ora invece la scelta del collocamento sul mercato. Si vedrà nei prossimi giorni se ci sarà stato uno o più acquirenti con quote rilevanti, sopra il 2%, o se le azioni sono invece state parcellizzate su più investitori.
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