PECHINO (WSI) – La Cina non sta tenendo un comportamento trasparente circa le quantità di oro che sta importando e nemmeno circa la produzione presso le sue miniere. Non si sa nemmeno quanto oro va a finire nelle riserve statali e quanto invece nei risparmi e investimenti dei singoli individui.
“Una parte dell’oro arriva in Cina via canali preferenziali miliari segreti e non viene riportato alle autorità ufficiali”, ha detto Rickards.
Anche le stime più generose potrebbero non essere accurate. La Cina ha un obiettivo in mente, probabilmente 5 mila tonnellate o forse di più, e continuerà ad accumulare lingotti fino a che non raggiungerà la somma preventivata.
“A inizio dell’anno prossimo è probabile che Pechino annuncerà di possedere 5.000 tonnellate di oro. Oggi ne avrà circa 3.000”, dice Rickards in un’intervista concessa a Intelligencia Financiera Global.
Ma cosa teme Pechino? Perché sta comprando oro in tali quantità? Vogliono forse rimpiazzare con lo yuan il dollaro come riserva valutaria?
Per il gestore la Cina non prevede sostituire il biglietto verde come riserva globale sul breve e medio termine. Per almento dieci anni le cose rimarranno come sono.
“La ragione per la quale la Cina compra oro è per ripararsi contro l’esposizione ai dollari”. Detengono oltre $3000 miliardi di bond denominati in dollari.
In caso di inflazione, potrà rifarsi sui profitti dagli investimenti sicuri in oro, secondo Rickards. “Altri investitori farebbero lo stesso”.
Jim Rickards è portfolio manager di West Shore Group e partner di Tangent Capital Partners, una banca commerciale con sede a New York. Rickards non è solo un banchiere con un’esperienza di 35 anni e un consulente per i mercati finanziari, bensì anche un advisor dell’intelligence Usa e dell’Ufficio del Segretario della Difesa americano.