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F-35: costi in calo, ma restano ancora alti

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NEW YORK (WSI) – Il programma militare per armi convenzionali più costoso della storia, il Joint Strike Fighter (Jsf), ovvero il programma F-35, ha ottenuto un risultato positivo dalla relazione annuale del Gao, il Government Accountability Office, la sezione investigativa del Congresso che si occupa di sprechi e inefficienze.

Il Gao si è occupato delle spese per i programmi militari del Pentagono e, come sottolinea il sito Breaking Defense, dall’Assessment of Selected Weapons Report emerge un vincitore: l’F-35. “La diminuzione più significativa (tra le spese, ndr) è quella di 11,5 miliardi di dollari per il Jsf, grazie alle efficienze del programma” e non alla diminuzione della quantità della produzione; in soli 12 mesi, il costo del programma Jsf è sceso del 3,3 per cento e dovrebbe attestarsi sui 332,3 miliardi di dollari nei prossimi decenni, per sviluppare il nuovo jet e comprare un totale di 2.457 velivoli. Una stima inferiore a quella dello stesso Pentagono, pari a 392 miliardi, ma che potrebbe essere rivista nel nuovo rapporto annuale atteso tra un paio di settimane. Il rapporto del Gao sottolinea anche che il costo operativo e di manutenzione dell’aereo – stimato in oltre 1.000 miliardi di dollari per i prossimi decenni – è destinato a scendere, man mano che i progressi nei test e altri dati offerti dall’uso saranno disponibili.

Usa/ Usa, si abbassano i costi per gli F-35 -2- In Italia si discute se ridurre gli acquisti (previsti 90 aerei)

New York, 2 apr. (TMNews) – Il controverso aereo invisibile ai radar è sviluppato da Lockheed Martin, che ne sta preparando tre versioni per le forze armate americane e altri otto Paesi che hanno finanziato il programma: Gran Bretagna, Australia, Canada, Danimarca, Norvegia, Turchia, Italia e Olanda. Anche Israele e Giappone hanno ordinato i nuovi aerei e la Corea del Sud ha fatto sapere di avere intenzione di acquistarne. Il Gao ha poi ricordato che gli Stati Uniti hanno già speso circa 35 miliardi di dollari per comprare 150 F-35.

Oltre agli aspetti economici, segnali positivi arrivano anche dagli aspetti tecnici, che in questi anni hanno minato le certezze sull’efficacia e la necessità di possedere il nuovo cacciabombardiere: il Gao ha citato i miglioramenti della Lockheed, specificando però che il programma è ancora messo alla prova dal software e da potenziali cambiamenti al design. Dopo i rilievi della sezione investigativa del Congresso, Lockheed Martin ha comunicato di essere a buon punto nel porre rimedio ai problemi e di poter completare i test in tempi ragionevoli.

Al momento, è previsto che l’Italia acquisti 90 F-35 (rispetto ai 131 iniziali) ma è possibile che sia discusso un ulteriore taglio. Il generale Christopher C. Bogdan, che al Pentagono guida il programma F-35, ha avvertito, pochi giorni fa: “Se Canada, Turchia e Italia dovessero ritardare o ridurre i loro ordini di F-35, gli altri partner pagherebbero i loro aerei il 2-3% in più” ha detto davanti a una commissione della Camera.