NEW YORK (WSI) – “I nostri clinici hanno deciso di sospendere fino a data da definirsi il trattamento Stamina”, in attesa che si pronunci il nuovo Comitato scientifico. L’annuncio arriva per bocca del commissario straordinario degli Spedali Civili di Brescia, Ezio Belleri, in audizione in commissione Sanità.
“Ieri sera ho ricevuto una comunicazione dei medici che a Brescia somministrano il trattamento Stamina mi annunciano che hanno deciso di sospendere la loro collaborazione fino a data da destinarsi”. I trattamenti erano sospesi da due mesi prima per la mancanza di iscrizione all’albo della biologa di Stamina Erica Molino e successivamente per “motivi personali” della stessa. L’ultimo paziente ad aver avuto accesso al trattamento era stato quello autorizzato dall’ordinanza del Tribunale civile di Trapani: provvedimento che sembrava aprire la strada per sbloccare le liste d’attesa.
I clinici hanno sospeso i trattamenti in attesa del parere del comitato scientifico. Il nuovo comitato scientifico era stato nominato lo scorso 4 marzo dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dopo che Davide Vannoni, fondatore di Stamina Foundation aveva vinto un ricorso al Tar contestato la imparzialità degli esperti nominati. “In questo momento – ha sottolineato Belleri, intervenendo nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul caso Stamina promossa dalla commissione di palazzo Madama – la somministrazione del trattamento Stamina è sospesa perché l’unica biologa di Stamina è assente per motivi personali”. Ma “ieri sera – ha precisato Belleri – i medici che somministrano il trattamento Stamina presso gli Spedali Civili mi hanno consegnato una lettera”, nella quale affermano che “avendo appreso che il ministero della Salute ha firmato il decreto di nomina del nuovo Comitato scientifico, ‘riteniamo doveroso sospendere la somministrazione del trattamento in attesa che il commissione si pronunci’”.
Belleri: Data disponibilità al trattamento in buona fede e a titolo gratuito”. I camici bianchi, riferisce Belleri, scrivono che in questi anni hanno dato disponibilità al trattamento secondo la metodica proposta da Davide Vannoni, “in buona fede e a titolo gratuito” e nella convinzione che non fosse “nocivo per i pazienti. Avendo appreso che il ministero della Salute” ha predisposto “il decreto di nomina del nuovo Comitato” di esperti chiamati a esprimersi sul metodo ai fini di un’eventuale sperimentazione, i medici hanno ritenuto “opportuno e doveroso sospendere la collaborazione rimanendo in attesa che si dia una risposta esauriente sulle questioni aperte in relazione a tale metodica”. “Siamo molto preoccupati anche per la nostra situazione personale, perché siamo più volte stati minacciati di essere chiamati in giudizio per omicidio colposo o omissione d’atti d’ufficio – dice Belleri – Sono molto preoccupato per la decisione dei clinici di sospendere la somministrazione del trattamento Stamina, perché i 34 pazienti in trattamento non accetteranno tale decisione e daranno battaglia all’azienda nelle aule dei tribunali. Non so dove tale decisione ci porterà”. La vicenda Stamina “ha evidenziato una carenza della disciplina normativa”. Proprio la carenza del quadro normativo, ha rilevato Belleri, “è la principale causa della deriva giudiziaria della vicenda Stamina”.
Andolina, vice presidente Stamina: “Lo stop viola la legge”. “Lo stop alle infusioni di cellule staminali a Brescia viola la legge. Ma, a quanto pare, qui in Italia della legge non importa a nessuno” commenta Marino Andolina, vicepresidente di Stamina Foundation. “Le infusioni – spiega Andolina all’Adnkronos Salute – sono ordinate da giudici civili. Secondo le norme norme vigenti, se il giudice stabilisce che si deve fare qualcosa bisogna farla. Non capisco come si possa violare la legge”. Per Andolina questo annuncio “è terribile perché le conseguenze sono la morte dei pazienti”. Inoltre, secondo il medico, non ha senso riferirsi al Comitato scientifico, visto che i medici hanno deciso di sospendere in attesa della pronuncia del nuovo comitato. “Cosa c’entra?”, si chiede. “A Brescia non si fa la sperimentazione, di cui si occupa il Comitato, ma terapie compassionevoli. Sono due questioni regolamentate da due leggi diverse: una regolamenta le cure compassionevoli, l’altra la sperimentazione. Con lo stop alle infusioni si configura un reato molto grave”.
A Torino Davide Vannoni risponderà di tentata truffa. Lo scorso 28 marzo un altro magistrato – come già avvenuto nei mesi scorsi – aveva bocciato il metodo bollandolo come un caso di “ciarlataneria”. Il giudice del lavoro di Torino aveva respinto la richiesta di una famiglia piemontese di sottoporre alla presunta cura inventata da Davide Vannoni il figlio di 3 anni. Domani, inoltre, Vannoni è atteso da un altro appuntamento con la giustizia: in tribunale, sempre a Torino, dovrà rispondere di tentata truffa alla Regione Piemonte per la richiesta di un finanziamento di 500mila euro. Nei giorni scorsi l’ordine dei medici di Brescia era intervenuto, sul dibattito che si è scatenato nel corso dell’indagine conoscitiva su Stamina svolta dal consiglio regionale della Lombardia, per sottolineare che “non si sottrarrà al dovere di attivare ogni forma di analisi e di indagine laddove emergessero responsabilità deontologiche”.
La senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo: “Ciclopico deragliamento”.
“Comportamenti che hanno creato falle spaventose” dice la scienziata-senatrice a vita Elena Cattaneo, rivolgendosi a Belleri. Nel commentare il carteggio tra l’azienda ospedaliera lombarda e le istituzioni, che alla fine ha portato all’ingresso del metodo Stamina ai Civili, Cattaneo parla di “lettere con grossi omissis”, e di “autocertificazioni falsate, che non certificano niente, fornite all’Agenzia italiana del farmaco” in merito ai requisiti previsti dal decreto Turco-Fazio sulle cure compassionevoli. Cattaneo ha definito la vicenda Stamina come “il più ciclopico deragliamento che la storia della medicina abbia vissuto”. “Com’è stato possibile – chiede la senatrice a Belleri – che a un ente privato che non è nemmeno una onlus”, fondato da “un professore di lettere”, sia stato “dato in utilizzo parte di un laboratorio pubblico per consentire la manipolazione segreta di materiale biologico da inoculare ai pazienti?”. La scienziata, promotrice dell’indagine conoscitiva, fa notare che “da Brescia non ho sentito una sola voce se non verso maggio, quando qualcuno ha preso in mano la bandiera” e ha iniziato a ‘frenare’ sul metodo Stamina”.
In commissione in Regione Lombardia partite audizioni. Intanto sia in commissione Sanità al Senato che in Regione Lombardia sono partite le audizioni per fare luce sull’origine del caso Stamina. I contatti tra il ministero della Salute e la fondazione di Davide Vannoni risalgono almeno all’estate del 2011, come aveva documentato ilfattoquotidiano.it. Mentre i tecnici del Pirellone stanno quantificando quanto uscirà dalle casse regionali per rimborsare le prestazioni erogate finora all’ospedale di Brescia: sulla vicenda sta indagando anche la Corte dei Conti. Finora sono stati effettuati una cinquantina di carotaggi e circa 170 infusioni: i trattamenti sono temporaneamente sospesi da metà gennaio; l’ultimo stop, quello di marzo, è dovuto al fatto che la biologa di Stamina Foundation, Erica Molino, “è assente per motivi personali”. “Le prestazioni” Stamina “vengono erogate in regime di convenzione e le stiamo rendicontando alla Regione Lombardia”, ha spiegato il commissario straordinario dei Civili Ezio Belleri.
Tra le spese già note ci sono 918.484 euro per l’assistenza legale, 50-60mila euro per l’acquisto di materiale di laboratorio per i trattamenti, mentre i costi per il personale sono “in fase di valutazione”. A questo si aggiungono i “rimborsi” per le prestazioni erogate dall’ospedale (Drg): i carotaggi per il trattamento Stamina vengono considerati biopsie ossee e quindi il rimborso regionale previsto per ciascuna prestazione è di 1.785 euro, mentre per le infusioni di Stamina “non esiste un apposito Drg”, ma secondo le prime stime si tratterebbe di poco più di mille euro a infusione.
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