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Il ragazzo che è riuscito ad andare in pensione a 32 anni

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NEW YORK (WSI) – “Compierò 32 anni quest’anno, ma credo sia giunto il momento di lasciare il mio lavoro a tempo pieno come sviluppatore di software e di non cercarne un altro. Anzi, credo sia arrivato il momento di andare in pensione”.

In una frase, questa è la storia, riportata da Business Insider, di un normalissimo ragazzo di 32 anni che ha deciso di andare in pensione, proprio nel momento in cui, solitamente, la propria carriera inizia a spiccare il volo.

“I miei risparmi sono abbastanza per finanziare le mie spese per almeno i prossimi 30 anni, in modo da non dovere impazzire per cercare un lavoro e rendere la cosa un’opzione piuttosto che una necessità”.

La domanda che sorge spontanea è come abbia fatto? “Ho costruito il mio gruzzolo semplicemente guardando le mie spese e investendo più del mio stipendio. Attualmente sto investendo oltre il 70% del mio reddito netto nella mia pensione e nei conti di investimento passivi”.

Invece di usare il suo stipendio per comprare oggetti materiali, li ha usati per viaggiare con la propria compagna in giro per il mondo, prendendosi periodi di pausa. Essendo poi il mercato del lavoro molto buono per gli sviluppatori di software, non si era mai preoccupato di trovarne un altro.

Così viaggiando per il mondo nel 2011 si è imbattuto in un sito internet, Early Retirement Extreme, che gli ha fatto capire come questa cosa poteva divenire permanente: “Ero già un buon risparmiatore, ma quello che ho letto sul sito mi ha incoraggiato a farlo ancora di più. Quello che dovevo fare era risparmiare e investire fino a raggiungere almeno 25 volte le mie spese annuali“.

Sulla base di dati storici, il suo pensiero era che tali investimenti sarebbero dovuti tornare ad un’inflazione media del 5% ogni anno. Ha calcolato quindi che avrebbe avuto bisogno di ritirare al massimo il 4% ogni anno per coprire le spese essenziali. Il che significava non rimanere a corto di denaro.

Una volta resosi conto che era possibile ottenere questo livello di indipendenza finanziaria ha così cominciato a ricercare come arrivarci il più rapidamente possibile: “La strategia migliore per me, sia dal punto di vista del risparmio che da quello fiscale, era quella dei conti pensionistici e delle agevolazioni fiscali, tra cui 401(a) e 403(b), entrambi tipi di piani a contribuzione definita, offerti dal mio datore di lavoro, oltre ad un conto di risparmio di salute”.

“Preferisco fare investimenti passivi. Diversi studi hanno dimostrato che, nel lungo termine, questo tipo di investimento risulta migliore di quelli attivi. Così investo la maggior parte dei miei soldi in fondi indicizzati diversificati. Attualmente ho il 75% in azioni americane, 10% in attivi internazionali, 10% in fondi comuni di investimento immobiliare e il 5% in contanti”.

Ma se in futuro le cose cambiassero, Brandon ha comunque le idee chiare: “Probabilmente non lavorerò mai più però se con mia moglie decidessimo di avere una famiglia, o se il mercato finanziario dovesse andare incontro a turbolenze simili a quelle del 2008, 2009, potrei pensare di tornare a lavorare un paio d’anni, giusto per aumentare nuovamente il mio bilancio”.