Società

Si dimette il ministro della Sanità di Obama

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WASHINGTON (WSI) – Kathleen Sebelius, ministro della Sanita’ dell’amministrazione Obama, ha rassegnato le dimissioni, finalmente accettando le sue reponsabilita’ come maggiore responsabile del disastroso lancio della Obamacare, la riforma sanitaria su cui il presidente degli Sttati Uniti ha puntato la sua strategia di politica interna. La notizia e’ stata diffusa dalla stessa Casa Bianca.

La riforma aveva come obiettivo dare l’assicurazione sanitaria ai 45 milioni di americani che ancora non l’hanno, il che fa degli Stati Uniti il paese occidentalle piu’ arretrato sul fronte della salute. In Italia e in Europa la sanita’ e’ disponbile e gratuita per tutti.

L’amministrazione e’ riuscita per il momento a far iscrivere al website del governo www.healthcare.gov 7,5 milioni di americani, cifra appena superiore ai 7 milioni (al 31 marzo) considerato il tetto minimo affinche’ il sistema funzionasse. Piu’ giovani sono iscritti e piu’ vengono distribuiti i costi.

L’Obamacare e’ il punto n.1 di attacco da parte dei repubblicani, il partito che considera la riforma “socialista”, con il governo accusato di intrufolarsi nelle vite private dei cittadini. La stessa cosa fu detta negli anni Trenta del Social Security e del Medicare, adesso due dei capisaldi dell’assistenza negli Stati Uniti, a cui neanche il piu’ destrorso dei repubblicani ora rinuncerebbe.

Tuttavia poiche’ a novembre si vota per le elezioni di MidTerm, Obama ha acconsentito ad immolare il ministro della Sanita’ Kathleen Sebelius. Motivo: i democratici sono in allarme per la possibile perdita del controllo al Senato (la Camera e’ gia’ repubblicana). In campagna elettorale l’ Affordable Care Act – il vero nome della legge di riforma da tutti chiamata Obamacare – sara’ certamente il maggior cavallo di battaglia del partito che si oppone al Presidente.

“Se nell’amministrazione Obama pensano che queste dimissioni possano calmare le acque, penso che sbaglino, la mossa non fara’ che rafforzare i repubblicani”, dice David Yepsen, direttore del Paul Simon Public Policy Institute alla Southern Illinois University.