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Padoan all’Ue: “Pareggio di bilancio slitta di un anno”

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ROMA (WSI) – Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha inviato a Bruxelles una lettera di notifica del rinvio al 2016 dell’obiettivo di pareggio strutturale, come la procedura impone formalmente.

Tuttavia, ha tenuto a puntualizzare il ministro rivendicando in pieno la linea del governo malgrado (come fatto notare dal suo predecessore Tremonti) nella comunicazione manchi la sua firma, lo scostamento non compromette il raggiungimento dei target e il rispetto delle regole del fiscal compact.

“Il governo – ha chiarito – si impegna a rispettare il piano di rientro del debito con il raggiungimento dell’obiettivo pieno nel 2016 e sostanziale nel 2015”. Quest’anno il debito aumenterà al 134,9% ma già dall’anno prossimo il rapporto con il Pil “inizierà a scendere. La regola sul debito sarebbe quindi rispettata nello scenario programmatico”, ha evidenziato.

Se nel 2014 un aumento ci sarà, sarà dovuto al finanziamento dei fondi europei anti-crisi, allo scarso livello di crescita nominale e al pagamento dei debiti p.a. che il governo intende comunque portare avanti per dare spinta alla crescita.

Il rimborso rientra infatti tra quegli interventi e quelle riforme (costituzionali, della p.a., di spending review, del lavoro, della giustizia) che il governo giudica essenziali per rilanciare l’economia e che avranno “un impatto permanente sulla capacità di crescita del Paese”, quantificato in 0,3 punti percentuali di Pil nel 2014 e in 2,25 punti in più nel 2018.

Numeri apparentemente “modesti” ma che in realtà, considerato lo scarso ritmo di crescita tipico italiano e la recessione degli ultimi anni (-9 punti di Pil dal 2007 al 2013), e la caratteristica di strutturalità, sono da giudicare estremamente importanti.

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”La caduta cumulata del pil, dall’inizio della crisi, è stata di nove punti”. Lo afferma il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in audizione nelle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. La situazione in cui si è trovata l’Italia, dal 2007 al 2013, ”è un caso di recessione profonda”. La crisi non ha interessato solo l’Italia ma, sottolinea il ministro, ”nel nostro caso è stata particolarmente rilevante e da’ un’idea dei costi strutturali che la crisi ha portato nel paese”.