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F-35, notizie che saranno smentite: ‘piano segreto’ per dimezzarli

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ROMA (WSI) – La Repubblica fa da megafono al governo, parlando di un misterioso “piano segreto” per dimezzare gli aerei F-35 ordinati alla società americana Lockheed, i nuovi caccia da 120 milioni di dollari.

Renzi aveva annunciato tagli alla Difesa, ma giudicati insufficienti dall’Opposizione. Secondo le indiscrezioni del quotidiano vicino al centro sinistra, dopo la riduzione varata da Monti da 135 a 90, il governo pensa a un nuovo dimezzamento.

In un articolo di Francesco Bei si legge che sugli aerei americani F35, “si cambia verso” nell’ambito di “un cambiamento di rotta inimmaginabile fino a poco tempo fa”.

“Renzi vuole dimezzare il programma italiano, riducendo da 90 a 45 gli apparecchi da ordinare. Un cambiamento di rotta inimmaginabile fino a poco tempo fa, con il Quirinale, lo Stato maggiore e, soprattutto, gli Stati Uniti a premere per il rispetto degli impegni. E tuttavia ormai il dado è tratto, anche se l’ordine di sei aeroplani per il 2014 non verrà toccato. Del resto, come ha documentato recentemente l’Espresso, solo portando da 40 a 29 i velivoli acquistati entro il 2019, come già deciso, il risparmio atteso è circa di 2 miliardi di euro. Numeri che hanno convinto il premier a procedere senza indugi”.

“Renzi, d’accordo con il ministro della Difesa Pinotti, intende infatti portare la discussione a livello politico direttamente a Washington. Per ricontrattare tutto”.

“È nel farraginoso protocollo commerciale che Renzi intende incunearsi per rallentare e poi dimezzare il maxi appalto italiano”.

“Prima dell’estate il governo farà uscire dai cassetti il libro bianco della Difesa, che conterrà le linee guide del nuovo modello italiano. Sarà quello il documento politico per giustificare nuove necessità geopolitiche e dunque la riduzione degli F35”.

“La Lockheed assegna il lavoro in base agli ordini firmati dal paese. E, in caso di disdetta italiana, protrebbe prosciugare le commesse affidate alla fabbrica di Cameri (dieci chilometri fuori Novara, ci lavorano meno di duemila addetti) e alla quarantina di aziende dell’indotto. Per questo bisogna andarci con i piedi di piombo, rallentando al massimo gli acquisti ma senza cancellarli del tutto”.