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Lucchini e il dramma di Piombino: l’acciaieria si spegne

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ROMA (WSI) – “Non è una giornata di cui dichiararsi soddisfatti: oggi (ieri per chi legge) inizia la chiusura dell’altoforno di Piombino ed è un momento drammatico, di collasso. Abbiamo la morte nel cuore”, così ha detto il presidente della Toscana Enrico Rossi, al suo ingresso a Palazzo Chigi per la firma dell’accordo di programma.

Programma che prevede erogazione di fondi per la riconversione del polo industriale di Piombino: soldi che, come spiega Rossi, “nel complesso non sono pochi: l’accordo di programma prevede un impegno effettivo di 250 milioni, di cui 150 provengono dalla Regione, gli altri dal governo”.

Ma forte è stata la commozione degli operai del polo siderurgico Lucchini di Piombino.

“L’altoforno sta tirando fuori gli ultimi respiri in un’atmosfera surreale e drammatica – ha detto Lorenzo Fusco, stando a quanto riportato dall’Ansa -. Perlomeno non siamo stati noi a spegnerlo, ma e’ stato qualcuno ben piu’ in alto”.

Ora l’impianto senza piu’ minerale continuerà a bruciare coke per una ventina di giorni fino al suo definitivo spegnimento.

“C’è l’accordo di mantenere la forza lavoro attraverso contratti di solidarietà, con una parte di cassa integrazione per le aziende dell’indotto, che sarà cassa integrazione in deroga per le aziende piccole”, ha detto Rossi.

“L’accordo – sottolinea Rossi – serve a rilanciare la speranza di Piombino e dare la prospettiva di sostituire l’area a caldo con una tecnologia più avanzata. Una necessità di rilancio su cui governo e regione convengono”.

“Credo – ha aggiunto – che l’impegno di Renzi sia importante per tutta la Toscana, per mantenere il problema della siderurgia di Piombino a livello nazionale”.