ROMA (WSI) – Il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro italiano Matteo Renzi hanno discusso della crisi ucraina durante una telefonata.
Il Cremlino ha detto che durante il dialogo i due leader hanno ribadito che tutte le parti chiamate in causa devono osservare l’intesa internazionale stretta a Ginevra e che prevede un allentamento delle tensioni dopo l’escalation degli ultimi giorni.
Le misure precauzionali intraprese dalla Nato fanno pensare che si teme un fallimento del piano.
Mentre le operazioni diplomatiche proseguono, infatti, l’Occidente si prepara alla guerra. E l’esercito ucraino è in allerta per un possibile attacco russo, come ha avvertito il presidente Oleksandr Turcinov, in un incontro con i capi delle amministrazioni regionali.
Per Turcinov esiste un pericolo reale che Mosca scateni una guerra continentale contro Kiev. Intanto Euromaidan è ancora teatro di proteste. Nella piazza di Kiev simbolo della rivolta filoeuropea, nazionalisti e moderati si sono duramente scontrati nella notte tra martedì e mercoledì. Una rissa sedata dagli agenti ucraini, nessuna vittima ma molti i feriti.
“Perso il controllo dell’est”
Oleksandr Turcinov ha poi ammesso di aver perso il controllo delle regioni dell’Ucraina sud-orientale di Donetsk e di Lugansk. “Le autorità e le forze dell’ordine non sono in grado di ottenere il controllo delle regioni di Donetsk e Lugansk e dei loro capoluoghi”, ha riconosciuto. Turcinov ha aggiunto che ci sono stati vari tentativi di destabilizzare la situazione anche nelle regioni di Kharkov, Odessa, Kherson, Nikolaiev e Zaporozhie.
Gli scontri nella notte
A Kiev invece è ancora tensione. Nella notte tra martedì e mercoledì un gruppo di estremisti stava marciando in corteo per ricordare le cento vittime della rivolta (chiamate i ‘cento celesti’) quando sono stati fermati all’altezza di una barricata dagli esponenti delle forze di autodifesa del Maidan. Ne è scaturita una rissa con bastoni, petardi, lacrimogeni e anche armi con proiettili di gomma. Ci sono stati alcuni feriti, ma non gravi.
Continuano le occupazioni
Intanto nell’est del Paese vanno avanti le occupazioni dei filorussi. Le ultime sono a Horlivka e a Gorlivska, entrambe città nell’est del Paese. I filorussi sono entrati nel municipio e nel commissariato di polizia. Testimoni riferiscono di un gruppetto di uomini sostare fuori dal palazzo come guardie e controllare i documenti di chi entra. Uno degli uomini ha detto che non è consentito l’ingresso ai giornalisti stranieri, e ha minacciato di arrestare chi non rispetterà l’ordine. Anche dall’Onu arriva la condanna per la situazione nell’est e nel sud del Paese: “l’attuazione dell’accordo di Ginevra è in stallo”, ha detto il capo degli affari politici alle Nazioni Unite, Jeffrey Feltman, nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza sull’Ucraina.
Estese le sanzioni alla Russia
Sul fronte diplomatico anche l’Unione Europea, dopo gli Stati Uniti ha esteso le sanzioni alla Russia. Tuttavia sono misure quasi simboliche, anche se bastano a irritare il Cremlino che denuncia la volontà occidentale di “tornare alla Cortina di ferro”, ribaltando la celebre accusa di Churchill a Stalin. E il presidente russo Vladimir Putin avverte: se si va avanti così, Mosca é pronta a “rivedere” la presenza delle aziende straniere, colossi dell’energia in primis, nei “settori chiave dell’economia russa”.