Fiat-Chrysler, piano da 55 miliardi. E Marchionne promette: “in Italia nessuno a casa”
ROMA (WSI) – “Siamo impegnati a non mandare a casa nessuno e ad utilizzare tutta la manodopera”. Al termine della maratona di 12 ore per lanciare il nuovo piano industriale, Sergio Marchionne rassicura i dipendenti italiani del gruppo.
“Quando arriverà l’industrializzazione dei prodotti finirà tutta la cassa integrazione”, aggiunge l’amministratore delegato di Fiat-Chrysler. Su Pomigliano promette: “Sarà completamente utilizzato”.
Il piano 2014-2018 di Fiat-Chrysler, presentato dall’a.d. Sergio Marchionne e dai vertici del gruppo nella sede Chrysler di Auburn Hills, piace ai sindacati, che parlano di rilancio della produzione in Italia e di investimenti vicini ai 10 miliardi. Pieno utilizzo della struttura di Pomigliano, produzione Jeep a Melfi, investimenti per Mirafiori, Grugliasco e Cassino.
Segnali molto positivi arrivano in particolare dagli investimenti previsti sui marchi Alfa Romeo e Maserati. Marchionne ha sempre detto che i nuovi modelli del Biscione saranno tutti realizzati in Italia e anche il futuro del Tridente è fortemente legato alle fabbriche ‘nostrane’.
S’intravede la fine del tunnel dopo la lunga cassa integrazione che ha colpito gran parte dei lavoratori del gruppo, a partire da Mirafiori. A Melfi, è previsto nel piano, verranno prodotte nel 2018 200.000 Jeep; Pomigliano, ha assicurato Marchionne, sarà completamente utilizzato.
“Quando un’impresa decide e propone di fare investimenti e lavorare in Italia, dopo una discussione lunga sul fatto che questa impresa sarebbe o non sarebbe rimasta un protagonista industriale, di certo è un segnale positivo”, ha commentato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
Si tratta di in piano industriale “più che positivo per l’Italia”, gli fa eco il presidente di Fiat, John Elkann.
Il piano globale per Fiat-Chrysler prevede 55 miliardi di investimenti e dovrebbe portare il nuovo colosso globale a produrre sette milioni di auto, arrivando al 2018 con l’utilizzo del 100% della capacità produttiva negli impianti in Italia e in Europa, oggi rispettivamente al 53% e al 66%.
Per i prossimi cinque anni gli obiettivi del gruppo prevedono tra l’altro il rilancio dell’Alfa Romeo. Senza la nuova Fiat Chrysler Automobiles “non sarebbe stato possibile”, ha tenuto a rimarcare il presidente del Lingotto.
Secondo Marchionne, il piano di Fiat Chrysler Automobiles avrà successo “perché noi siamo diversi”.
“Siamo fondamentalmente diversi da quello che eravamo in passato e siamo diversi dai nostri competitor – rimarca – siamo diversi perché abbiamo capito come capitalizzare su due brand storici. Siamo diversi perché abbiamo raggiunto un integrazione culturale”.
Quanto al suo futuro, Marchionne assicura che intende rimanere. “Resterò fino al 2018: devo garantire l’attuazione del piano – dice – Dobbiamo completare questo programma. Abbiamo cominciato con Fiat nel 2004, proseguendo con Chrysler nel 2009 e ora dobbiamo finire”. (Rainews, Ansa)