Economia

Draghi e il miraggio del QE in Europa. Euro in rally verso $1,40 poi azzera tutti i guadagni

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NEW YORK (WSI) – Mario Draghi: da tempo lo stesso euro sembra non credergli più.

Ma nel giorno in cui la Bce ha di nuovo lasciato i tassi di rifinanziamento invariati al minimo storico dello 0,25%, come previsto, e in concomitanza con le parole proferite da Mario Draghi, numero uno dell’Eurotower, nella consueta conferenza stampa che segue l’annuncio della Bce, l’euro punta dritto verso quota $1,40, per poi fa bruscamente dietrofront. Segno che la Bce ha detto qualcosa che i mercati reputano come una novità.

Draghi lascia intendere che la Bce potrebbe agire a giugno e la moneta unica sembra stavolta dargli fiducia, almeno nel breve termine.

Dopo aver toccato il massimo dal 2011, balzando fino a $1,3984, l’euro azzera tutti i guadagni, fino a cedere -0,07% a $1,39.

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ROMA (WSI) – Un articolo di Blooomberg mette in luce lo scetticismo di investitori e analisti sulle manovre della Bce.

Da Scotiabank a Morgan Stanley, gli esperti delle principali banche al mondo ritengono che anche oggi la Bce deciderà di non agire.

“Il nostro scenario rimane quello di uno status quo prolungato, anche se siamo d’accordo nel ritenere che la possibilità di ulteriori interventi da parte della Bce rimanga significativa – ha commentato Frederic Pretet, strategist di Scotiabank a Parigi – L’inflazione è bassa e la ripresa è ancora fragile”.

Tuttavia, secondo 56 dei 58 economisti intervistati in un sondaggio di Bloomberg News, i tassi di rifinanziamento dell’Eurozona rimarranno invariati al minimo record dello 0,25%, mentre 51 tra 53 esperti credono che anche il tasso sui depositi, allo zero dal luglio del 2012, sarà lasciato intatto.

E’ trascorso un anno da quando Draghi ha parlato della possibilità, da parte della Bce, di adottare anche tassi sui depositi negativi ed è passato un mese da quando ha confermato la volontà di utilizzare misure come il QE. Ma, secondo diversi funzionari, l’istituto vuole ancora più tempo per valutare la ripresa in corso.

Detto questo, incombe la minaccia della deflazione. Stando alle stime iniziali dell’Unione europea, ad aprile il tasso di inflazione dell’area euro è stato dello 0,7%, in rialzo rispetto allo 0,5% di maggio, ma sempre al di sotto delle stime degli analisti, e ben lontano soprattutto del target della Bce, appena sotto il 2%. Il tasso è rimasto al di sotto della soglia dell’1% dallo scorso ottobre.

Ma, “sebbene l’inflazione rimanga ben al di sotto del target e sembra che rimarrà debole, la ripresa economia prosegue – ha commentato Ben May, economista di Oxford Economics a Londra – Ciò lascia pensare che la Bce non adotterà ulteriori stimoli monetari a maggio”.

In ogni caso, spiega Elga Bartsch, responsabile economista di Morgan Stanley a Londra, un eventuale peggioramento dell’outlook dell’inflazione di medio termine dovrebbe portare la Bce ad adottare stimoli monetari “in modo significativo”.

Tuttavia, “invece di lanciare un completo QE, la Bce potrebbe adottare altre misure meno rilevanti nei prossimi mesi, al fine di sostenere l’economia, far fronte al problema della bassa inflazione, e contenere la forza dell’euro. Prevediamo un’altra lieve riduzione del tasso di rifinanziamento a giugno, seguito o anche accompagnato da un taglio dei tassi sui depositi”.