MILANO (WSI) – Borsa Milano in preda a forti smobilizzi; dopo il rimbalzo della vigilia, il listino Ftse MIB cede nei minimi di seduta oltre -1,8%, per poi chiudere le contrattazioni in calo -1,56% sotto i 21.400 punti, a 21.390 punti.
L’indice è chiamato a una serie di sfide dal punto di vista tecnico. Secondo i graficisti, in caso di salita delle quotazioni oltre i 21550 punti ci sarebbe lo spazio per un rialzo. In caso di long, invece, “lo stop iniziale andrà posizionato sotto i 20900 punti”, dice Marco Benzoni.
Attenzione all’euro, dopo la performance altalenante della vigilia, condizionata prima dalla decisione della Bce di lasciare i tassi al minimo storico dello 0,25% – con conseguente rally fino ai massimi dal 2011, a $1,3984 – poi dalle parole del numero uno dell’istituto Mario Draghi che, lasciando intendere un intervento a giugno, ha portato la moneta unica a scivolare sotto quota $1,39.
L’euro ha continuato a perdere terreno nella sessione odierna, e ha testato durante le contrattazioni overnight un minimo a $1,3787, in calo di più di 200 punti dai massimi precedenti la conferenza di Draghi. Se la moneta terminerà le contrattazioni di New York al di sotto del livello a $1,38, si potrà parlare di “sviluppo ribassista”.
L’euro/dollaro ha testato nel finale della seduta a Piazza Affari nuovi minimi con -0,54% a $1,3765; dollaro/yen +0,11% a JPY 101,76; euro/yen -0,41% a JPY 140,08, euro/franco svizzero +0,11% a CHF 1,2192.
Tra i singoli titoli, fari su MPS, che concluderà l’operazione di raggruppamento di azioni, per un nuovo titolo ordinario ogni 100 posseduti. Titolo -2,13%.
Molto male sul Ftse Mib i bancari, Bper -6,7%, BPM -4,9%, Banco Popolare -5,8%, Intesa -2,85%, Ubi Banca -5,5%, Unicredit -3,28%. Tra altri titoli Azimut -4,6%, Fiat +1%, Cnh Industrial -3,82%, tonfo Prysmian dopo i conti -5,6%, male Mediobanca -6%, Telecom Italia -1,27%.
L’effetto Draghi sul mercato dei titoli di stato ha portato inizialmente lo spread BTP-Bund a 10 anni a scendere fino a quota 144 punti base, a fronte del nuovo minimo storico testato dai tassi sui BTP decennali, al 2,8903%. Ma nel finale, lo spread ha recuperato terreno, con +0,37% oltre quota 149, a fronte di rendimenti +0,59% al 2,95%.
Sul fronte economico, ha deluso in Italia la produzione industriale, calata dello 0,5% su base mensile. L’attività è tornata a perdere quota anche su base annua, -0,4%. Riguardo all’Europa in generale, da segnalare che Standard & Poor’s ha alzato l’outlook del Portogallo da negativo a stabile, confermando allo stesso tempo il rating sovrano a BB.
Giornata contrastata nell’ultima seduta settimanale per le Borse d’Estremo Oriente. Male i listini cinesi con l’indice Csi300 in calo dello 0,6%, Shanghai dello 0,62%, Shenzhen dell’1,58% ed Hong Kong dello 0,1%. A Pechino l’inflazione è salita dell’1,8%, ai minimi di 18 mesi, un dato che si confronta con il +2,1% previsto dagli analisti interpellati da Bloomberg.
La Borsa di Tokyo ha chiuso la seduta in moderato rialzo. L’indice Nikkei ha terminato le contrattazioni in progresso dello 0,25% a 14.199,59 punti mentre il Topix si è attestato a 1.165,51 punti in salita dello 0,5%.
Ribassi a Taiwan -0,46%, Sydney -0,22%, Singapore -0,05%. In positivo Seoul +0,14% Mumbay +1,1% e Giacarta +0,17%.
ALTRI MERCATI – Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio +0,60% a $100,86 al barile, quotazioni oro +0,13% a $1.289,40.