ROMA (WSI) – L’incontro di questa mattina al Colle tra il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a quanto si apprende dall’ufficio stampa del Quirinale, “è stato un incontro sul vertice europeo di questa sera a Bruxelles e per un primo scambio di idee sul turno italiano di presidenza dell’Unione europea”.
La prima domanda che Bruno Vespa ha rivolto a Matteo Renzi è: “Se lo aspettava questo risultato?” E il premier risponde sincero: “Non mi aspettavo una vittoria alle europee con proporzioni così grandi: per alcuni aspetti è quasi commovente, ma adesso – ricorda – non bisogna sbagliare un colpo”. Per il presidente del Consiglio l’Italia può guidare il cambiamento in Europa, può essere credibile continuando sulla via delle riforme strutturali e può portare avanti – insieme alle istituzioni europee – una riforma keynesiana da 150 miliardi di euro in cinque anni.
Il premier è orgoglioso per aver raggiunto un risultato storico, ma il sentimento su cui mette l’accento è il forte senso di responsabilità: “E come se con questo risultato dicessimo che l’Italia c’è e vuole contare in Europa. Questo voto mi inorgoglisce e mi responsabilizza”.
Vespa stuzzica Renzi su quanto abbia influito la campagna elettorale condotta da Grillo e Berlusconi. “È chiaro che il derby finale tra Berlusconi e Grillo con toni così alti ha aperto la strada a chi ha una proposta”. E per questo Renzi insiste sul riprendere il cammino di governo con ancora maggiore determinazione: “Messaggio ricevuto: ora è il momento di accelerare su tutto” e non di festeggiare.
“Facciamo un’operazione keynesiana da 150 miliardi in 5 anni”
Visti i risultati in tutti i paesi “credo che all’Europa sia arrivato forte e chiaro il messaggio che così non va bene – dice Renzi – È sempre più diffusa la convinzione qualcosa non abbia funzionato” in passato in Ue. “Quest’Europa non ha convinto”: non solo gli euroscettici come Grillo e Berlusconi “ma anche chi ha votato il Pd in Italia vuole il cambiamento”. E Renzi ha le idee chiare su come orientarlo: “Se l’Europa cambierà le sue politiche di rigore e si aprirà alla crescita potremo fare un’operazione keynesiana straordinaria in cinque anni: più di 150 miliardi di euro”.
Il premier continua: “Io penso che ci sia nelle istituzione europee la consapevolezza di dover cambiare. L’Italia per guidare il cambiamento deve essere credibile: mi piace pensare che non sia più a rimorchio, che non sia vista come il problema, che sia interlocutrice. Dobbiamo portare l’Italia a guidare quello che avverrà e per farlo il nostro paese deve portare avanti le proprie riforme strutturali”. Renzi inizia dalla riforma del Senato, dove “siamo a un passo dalla conclusione. Bisogna correre. Dobbiamo convincere qualche senatore – ammette – un po’ di problemi ce li abbiamo tutti quanti. Ma ricordiamo questo grande risultato. Il voto però non è per me è per il cambiamento”.
Il presidente del Consiglio ricorda anche che in Ue si devono eleggere il “presidente della Commissione, del Consiglio, dell’eurogruppo, nonché il titolare della politica estera”. Si può pensare che uno di questi incarichi vada a un italiano? chiede Vespa. “Perché no” risponde il premier che aggiunge: “L’Italia però non deve preoccuparsi di portare un italiano. Siamo d’accordo che le spese per scuola e ricerca vanno fuori dal patto di stabilità, che l’Europa metta bocca sul Mediterraneo? Se siamo d’accordo la nazionalità è secondaria”.