Fmi, alert debito pubblico: smettere di pagare a investitori le cedole sui titoli di stato
ROMA (WSI) – Sul tavolo del consiglio del Fmi è appena atterrata una proposta direttamente figlia dell’eurocrisi.
L’idea di base è che un Paese ad alto debito deve smettere di pagare agli investitori le cedole sui titoli di Stato, se riceve un prestito di salvataggio dal Fondo monetario internazionale.
Sarebbe una forma di sacrificio imposto ai creditori privati, in cambio dell’aiuto di un organismo pubblico. L’intenzione è evitare una replica del 2010: allora le banche francesi e tedesche uscirono illese dalle macerie dei loro investimenti in Grecia perché i contribuenti europei e l’Fmi subentrarono, assumendosene i rischi.
Ora la proposta dell’Fmi non riguarda l’Italia, eppure sono passati solo due anni e mezzo da quando Barack Obama e Angela Merkel cercarono di convincere il governo ad accettare un aiuto del Fondo: il debito pubblico viaggiava al 120% del Pil, quest’anno invece supererà il 135%…
La strategia di contenimento del debito adottata dai governi recenti, incluso l’attuale, non basta più.
Si basa sullo sviluppo di enormi avanzi primari, cioè su forti surplus di bilancio prima di pagare gli interessi sul debito. Gli ultimi anni hanno dimostrato che le manovre necessarie a produrre questi surplus non sono più socialmente sostenibili. Raggiunti i sei milioni di disoccupati, ufficiali o meno, il Paese rifiuta nelle urne sacrifici ancora più pesanti…
In questo Renzi non si distingue molto dai predecessori. Nei documenti, continua a indicare che ridurrà il debito grazie a un aumento dell’avanzo
primario da oggi al 2018: in teoria dovrebbe farlo salire di una trentina di miliardi. Ma come per i predecessori i suoi piani già in partenza sono in dubbio…
Ristrutturare, cioè non onorare il debito nei termini promessi, sarebbe un evitabilissimo disastro. Impoverirebbe le famiglie, che hanno titoli di Stato per 180 miliardi. Devasterebbe il settore finanziario del Paese, perché banche e assicurazioni sono esposte per oltre 600 miliardi. Aprirebbe un buco nei fondi pensioni professionali. E produrrebbe tassi d’interesse ancora più alti.
Renzi conosce i rischi. Di recente, nel rispetto dell’indipendenza dei ruoli, il premier ha aperto un canale di comunicazione con il presidente della Bce Mario Draghi…
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