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Tassi a zero in tutto il mondo ma non qui. Dove punta chi è a caccia di rendimenti

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LEGNANO (WSI) – Sempre al fine di raffreddare l’immobiliare e con l’evidente contraddizione che viene portata avanti dalla Reserve Bank of New Zealand, ovvero il desiderio di vedere una divisa più debole rispetto ai valori raggiunti attualmente, la RBNZ ha alzato come da attese i tassi dal 3.00% al 3.25%. A differenza della BCE, che non prende posizione sul tasso di cambio in quanto non facente parte dei propri target, la RBNZ si è definita sorpresa che il valore del dollaro neozelandese non si sia ridimensionato assieme al calo del prezzo delle materie prime, ma si attendono che questo accada.

Oltre a ciò, la Banca capitanata da Wheeler ha dichiarato apertamente che un tasso di cambio così alto non è sostenibile, pensando alla crescita economica futura. Nello stesso tempo però, le pressioni inflazionistiche che gravano sull’immobiliare fanno sì che si decida di alzare il costo del denaro, al fine di incentivare le sottoscrizioni di titoli che pagano un risk free (governativi, per esempio), in modo tale da drenare liquidità in circolazione e quindi l’inflazione.

Il problema è che, di fronte ad un mercato globale dove i rendimenti latitano (pensiamo ai tassi di interesse relativi alle maggiori economie consolidate), gli investitori vanno a ricercare qualche lido sicuro ed in grado di offrire un duplice effetto prezzi-tassi, quello che la Nuova Zelanda è ben in grado di fare.

Se guardiamo un grafico orario del Kiwi (NzdUsd) ci rndiamo conto di come siano stati forti i flussi di acquisto di neozelandese, in controtendenza (ma già lo sapevamo, per quanto visto) rispetto al desiderata della RBNZ.

AUD vs. NZD

Con la Cina che vede delle previsioni di crescita che non dovrebbero portarsi sotto il 7% stimato dagli analisti per quest’anno esistono buone possibilità che, nel momento in cui le due banche centrali non dovessero mostrarsi decise ad interventismi, i prezzi possano rimanere sostenuti, anche se operativamente questo non ci interessa più di tanto. Diviene interessante osservare come, dopo un primo movimento di reazione del dollaro australiano, correlato con il neozelandese, l’aussie non sia partito a rialzo e con la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione a 5.8%, in linea con le attese ma con 4.800 posti di lavoro persi (anche in mattinata abbiamo avuto la pubblicazione degli stessi dati in UK, migliori delle attese a 6.6% e +345K posti, che hanno supportato la sterlina), il dollaro australiano è stato venduto. Rimaniamo quindi accorti sulla ricerca di correlazioni affidabili. Attualmente, non ce ne sono di durature.

QUADRO TECNICO

EurUsd: molto buona la tenuta della resistenze durante la mattinata, che ha prodotto una discesa dei prezzi fino ai punti di minimo precedenti. Stiamo congestionando tra 1.3560 e 1.3520, livelli che potrebbero essere sfruttati per vendite rispettivamente in limit o in stop per puntare ad eventuali discese verso le aree di supporto più importanti, ovvero quelle che passano tra 1.3500 e 1.3475. L’idea di curare l’area di 1.3585 che potrebbe riproporre tentativi di raggiungimento di area 1.3620 se superata, sembra buona.

UsdJpy: cambio che ha raggiunto i punti di minimo pensati a 101.85, prima di ripartire e fermarsi esattamente sotto i punti di supporto primi valutati ieri. Siamo ora al passaggio ad un grafico orario, dopo aver ragionato per due giorni su un 4 ore e vediamo la formazione di una figura a bandiera potenzialmente ribassista che in caso di rottura a ribasso di area 101.95 potrebbe essere propedeutica ad estensioni oltre i punti di minimo. L’idea che il mercato torni sopra a 102.15 potrebbe portare a considerare eventuali giri a rialzo verso 102.25/35, difficili da lavorare in reverse.

EurJpy: area passante tra 138.60 e 138.80 che ha tenuto egregiamente e che ha condotto i prezzi oltre 138.00. Siamo ora nei pressi della media a 21, sotto i punti statici precedenti ed all’interno di un trend ribassista pur essendo usciti dal canale ribassista individuabile su un time frame orario. In caso di approfondimento sotto 137.95 è possibile considerare eventuali ripartenze dello yen con target che potrebbero muoversi tra 137.60 e 40, con l’idea che un superamento dei massimi di stanotte potrebbe portare verso la media a 21 a 4 ore, area dove è possibile ipotizzare ad una frenata delle quotazioni.

GbpUsd: le aree di resistenza viste ieri sono state infrante sulla pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro. L’idea di non girarci a rialzo in caso di superamento di area 1.6785 non è stata malvaglia in quanto il mercato ha sì esteso per pochi punti sopra la figura tonda a rialzo, ma ha stornato anche fino a 1.6770, facendo sì che per mantenere un buon R/R su questa operazione di reverse ci saremmo stoppati la seconda volta. Oggi siamo sopra i punti di medie orarie che potrebbero insieme ai minimi passanti per 1.6775 fungere da supporto per farci pensare ad acquisti di sterlina, con l’idea che ritorni sotto 1.6765 possano accompagnare le quotazioni verso 1.6740.

AudUsd: nessuna operatività su AudUsd, con i livelli visti ieri che non sono stati raggiunti pur essendosi verificato il movimento tecnico ipotizzato, con estensioni verso area 0.9410. Siamo ora in una situazione sporcata tecnicamente da questa notte, con il mercato che potrebbe estendere a ribasso a completamento di una divergenza a 4 ore che seguiamo da due giorni in caso di approfondimento sotto area 0.9345, con 0.9325 come scoglio sul movimento. In caso di raggiungimento di area 0.9395 è possibile che si tentino delle accelerazioni verso i massimi, con l’accortezza che superamenti di essi potrebbero far esaurire il movimento fino a quando non dovessimo superare area 0.9430.

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