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Bce pronta al bazooka. Italia preoccupa ancora

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FRANCOFORTE (WSI) – La Banca centrale europea è pronta “a ricorrere anche a strumenti non convenzionali, nel quadro del proprio mandato, qualora si rendesse ancora necessario affrontare rischi connessi con un periodo di bassa inflazione eccessivamente prolungato”. E’ quanto risulta dal bollettino mensile dell’Eurotower, che arriva una settimana dopo circa dall’annuncio del taglio dei tassi di rifinanziamento al nuovo minimo storico (0,15%) e alla riduzione del tasso sui depositi a negativo (-0,10%).

Su questa linea, puntualizza l’istituzione, il Consiglio direttivo “è unanime”.

Nel bollettino, riferimento all’Italia, dove “è importante accrescere gli sforzi di risanamento” dei conti pubblici, “per assicurare sufficienti progressi verso gli obiettivi di medio termine e l’osservanza del parametro per il debito”. Detto questo, l’Eurotower riconosce che Roma ha attuato “una correzione sostenibile” del deficit eccessivo.

L’Italia è tra i sei paesi dell’Eurozona in cui dal 2009 al 2013 “si è verificato un protratto calo del reddito delle famiglie. Gli altri sono Spagna, Grecia, Irlanda, Portogallo e Slovenia. In altri 5 paesi invece, Germania, Francia, Paesi Bassi, Austria e Finlandia, dal 2010 si è registrata “una robusta crescita del reddito disponibile delle famiglie”.

Secondo la Bce, il rischio di deflazione in Eurozona “sembra remoto allo stato attuale”. L’istituzione di Francoforte ricorda che con deflazione “si indica un calo generalizzato e persistente dei prezzi, con effetti negativi sulla crescita economica”.

“Nel confronto con episodi storici di vera deflazione nelle economie avanzate, il rischio di deflazione nell’area euro sembra remoto allo stato attuale. Non vi sono evidenze di un calo dei prezzi marcato e generalizzato, e le aspettative sul medio-lungo termine rimangono ben ancorate. Inoltre, la ripresa economica prosegue, contribuendo a un graduale assorbimento del sottoutilizzo della capacità produttiva”.

Ciò detto, “il protrarsi di tassi di inflazione positivi ma bassi potrebbe essere, in determinate circostanze, fonte di timori e richiedere un’appropriata risposta di politica economica”, conclude l’istituzione che proprio per questo la scorsa settimana ha tagliato i tassi di interesse dell’area euro ad un nuovo minimo storico (0,15%) e varato nuove misure straordinarie per favorire l’afflusso di credito all’economia.

Riguardo al mercato del lavoro, si parla di “segnali di miglioramento”. Nel bollettino è scritto che “in genere gli andamenti del lavoro seguono con un certo ritardo quelli dell’attività economica, in quanto le imprese aumentano soprattutto il grado di utilizzo della capacità produttiva, attraverso incrementi della produttività e delle ore lavorate, prima di riprendere le assunzioni”.

In linea con lievi progressi dell’occupazione, “il tasso di disoccupazione nell’area ha iniziato a diminuire leggermente. Dopo un calo di 0,1 punti percentuali nel primo trimestre del 2014, è sceso ancora di 0,1 punti percentuali in aprile, all’11,7 per cento. Un segnale incoraggiante, nonostante le significative differenze tra i livelli, è dato dal fatto che il recente calo è stato relativamente generalizzato tra i diversi gruppi di età”.

“In prospettiva ci si attende che il tasso di disoccupazione si riduca ancora gradualmente, sebbene a un ritmo moderato”.

In definitiva, la ripresa economica dell’Eurozona, pur proseguendo si è rivelata “più debole delle attese”, con il Pil cresciuto solo dello 0,2 per cento nel primo trimestre rispetto al periodo precedente. E “i risultati delle ultime indagini congiunturali indicano una crescita moderata anche nel secondo trimestre”.