M5S: per evitare il tracollo, obbligato ad alleanze in Italia. Con il Partito Democratico
Luca Ciarrocca e’ il direttore di Wall Street Italia.
ROMA (WSI) – E’ improbabile che Grillo e Casaleggio capiscano di avere un’arma formidabile in mano per rivoluzionare la politica italiana, molto di piu’ di quanto non sia accaduto fin qui. In linea di principio non sanno di essere loro il problema ma anche la soluzione della “sindrome Italia”. Vediamo perche’.
a) Passata la fase di costruzione del Movimento, e quella euforica della vittoria alle politiche del febbraio 2013, il duo capelluto sta ora dimostrando di non avere il senso della politica di lungo termine ne’ tantomeno della storia; forse masticano nozioni di marketing aziendale e buon uso dei media, ma non molto di piu’.
b) E’ un errore fondamentale, molto grave, che il M5S cerchi in queste ore alleanze in Europa (Farage o Verdi) al Parlamento Europeo, pur di appartenere a un quasiasi schieramento, mentre compromessi e dialogo con i partiti in Italia sono evitati come fossero la peste. Simili negazionismi sono segno di poca intelligenza politica.
c) Grillo e Casaleggio hanno il potere di ribaltare l’attuale maggioranza di grande coalizione fondata in Parlamento sul bi-partito Pd+Ncd con appoggio esterno di Fi, con un semplice atto: rinunciare per sempre all’ottusa politica del 51% (una soglia ovviamente irrangiungibile) sdoganando invece i voti grillini alla Camera e al Senato.
[ARTICLEIMAGE] d) Il M5S potrebbe diventare forza di governo, in un esecutivo guidato da Matteo Renzi; ovvero far parte di un’alleanza con il Pd in una coalizione di centro-sinistra a due partiti. Questo schieramento avrebbe circa il 60% dei voti con il proporzionale e molti di piu’ con il maggioritario. Una forza della natura senza precedenti in Europa, con i pentastellati in funzione di “controllo”, auditing, “di lotta e di governo”. La coabitazione come ovvio non sarebbe facile. Ma non si capisce perche’ quella con Farage o i Verdi al Parlamento europeo possa esserlo.
e) Espulsa dal governo delle larghe intese, la destra dovrebbe riorganizzarsi, trovando un altro leader per il dopo-Berlusconi. L’obiettivo di fare un’opposizione dura a un esecutivo di centro sinistra obbligherebbe la destra a ricompattare le fila. La democrazia e l’economia italiane sarebbero rivitalizzate dalla fine del berlusconismo e da questo nuovo bipartitismo imperfetto ma piu’ decisionista.
f) Napolitano potrebbe finalmente dare le dimissioni, entro il 2014, facilitando il passaggio alla nuova fase, con l’elezione di un nuovo Presidente della Repubblica rappresentativo di un’Italia post-ideologica che guarda avanti con l’ambizione di rinascere.
Questo scenario puo’ provocare certamente l’involuzione del M5S e il rafforzamento ulteriore del Pd, ma lo stesso tipo di fenomeno (caduta dei consensi, sfaldamento) avverra’ ineluttabilmente anche nell’ipotesi speculare, ovvero che il M5S resti arroccato e ‘congelato’ dov’e’ oggi.
Parliamoci chiaro. Un movimento che vuole davvero governare l’Italia deve fare i conti con la realta’ dei numeri e della democrazia, non con il totale dei post o di cosa scrivono gli influencer su internet. Con 8 milioni di voti alle politiche, calati a 5 milioni alle europee, la dure repliche della storia per il M5S vengono dalla constatazione che il Movimento ha solo 11 sindaci in tutta Italia su 8092 comuni, ovvero lo 0,14% del totale. Nulla, nella gestione del vero potere.
[ARTICLEIMAGE] Da notare che il nuovo sindaco pentastellato di Livorno ha spiegato cosi’ il suo exploit: “ho capito che avevo della buone chance di vittoria quando ho saputo che Grillo non sarebbe venuto qui da noi altrimenti mi avrebbe spaventato l’elettorato”. Sacrosanta verita’. Grillo ne prenda atto e se ne faccia una ragione. Fase 2, Beppe. Pensaci.