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Borsa Milano chiude in calo sotto i 22.000, rally per Mps

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MILANO (WSI) – MILANO (WSI) – Dopo aver sfondato al ribasso anche la soglia di 22.000 punti, la borsa di Milano ha chiuso a quota 21.976,26 punti, in calo dello 0,8%.

Oggi vendite tutta Europa, con le piazze finanziarie in retromarcia per la seconda seduta di fila. Gli analisti tecnici dicono di prestare attenzione al doppio massimo.

A Piazza Affari gli investitori hanno venduto le azioni che hanno corso di piu’ negli ultimi mesi: cosi’ ad esempio Telecom Italia, che da inizio anno vanta un guadagno superiore al 30%, ha accusato una flessione del 4,2%. A incoraggiare le vendite sulla compagnia, comunque, oggi e’ stata la richiesta di scissione da Telco, la scatola che detiene il 22,4% del capitale, sia da parte di Mediobanca, sia da parte di Intesa Sanpaolo.

Sono inoltre andate male le azioni delle banche, fatta eccezione per le Mps balzate in avanti del 21,3%, mentre va avanti l’aumento di capitale da 5 miliardi. Tra l’alto oggi sono saliti anche i diritti, schiacciati dalle vendite nei giorni scorsi: hanno guadagnato l’1,6%. E a proposito di operazioni sul capitale, e’ iniziata anche quella da 800 milioni su Banca Carige, con le azioni che hanno chiuso in progresso dello 0,86%. Gtech ha perso il 2,4%, dopo che la societa’ ha confermato l’interesse per l’acquisizione dell’americana International Game Technology.

Fuori dal paniere principale, sono volate quasi del 50% le Cobra, nel giorno in cui Vodafone ha lanciato un’opa mettendo sul piatto 1,49 euro per azione, prezzo che valorizza l’intera societa’ circa 145 milioni. Sono state ben comprate anche le Intek (+10,5%), visto che la holding incassera’ 42 milioni di euro, cedendo il 51% di Cobra

Lo spread Btp-Bund chiude stabile a 143 punti base, col tasso al 2,78%. Il differenziale della Spagna segna 131 punti base col rendimento dei Bonos al 2,66%

A pesare oggi sulla seduta odierna è una nuova escalation di violenze in Iraq, con i ribelli che hanno conquistato un’altra serie di città nella parte settentrionale del paese. Al termine di violenti scontri, gli insorti sunniti hanno conquistato Tal Afar, città a maggioranza turcomanna nel nord ovest dell’Iraq, consolidando il controllo sul nord dopo l’offensiva-lampo che minaccia di disgregare il paese arabo.

Il petrolio è visto issarsi a quota $116 come effetto degli ultimi sviluppi geopolitici. Le milizie sunnite avanzano verso nordovest e gli Usa preparano l’evacuazione della loro più grande ambasciata a Baghdad, situata in un’area che si estende fino a raggiungere le dimensioni del Vaticano.

I jihadisti dell’ISIS (Stato Islamico dell’Iraq e della Siria) dicono di aver ucciso almeno 1.700 tra soldati e persone. Al Aribiya parla di rivoluzionari che vogliono riconquistare aree del paese e sconfiggere Al Maliki. Sono ancora una volta violenze settarie tra sunniti (ISIS) e sunniti.

A livello settoriale in Asia male i gruppi industriali, meglio quelli legati al petrolio, con i prezzi del greggio che avanzano.

L’indice della regione Asia Pacifico MSCI perde lo 0,2%. La settimana scorsa il paniere ha completato la sua striscia vincente settimanale da 10 mesi, salendo ai massimi da giugno 2008. Il Topix giapponese cede lo 0,8%, il Nikkei chiude a -1,09%.

Sul versante macro, l’economia cinese si sta stabilizzando e la ripresa americana è intatta, ma i mercati mondiali stanno vivendo un momento di pausa di riflessione, con una rotazione in atto dall’azionario verso i bond. Movimenti intensi anche su metalli preziosi e commodities, come si può vedere più sotto.

Sul valutario euro in discreto rialzo a $1,3576. Venerdì, secondo le rilevazioni della Bce, l’euro valeva 1,353. Lo Yen si dirige verso i massimi di 4 mesi in confronto alla valuta unica.

Tra le materie prime, l’oro (future agosto) avanza a quota $1.274 l’oncia. Petrolio in progresso dello 0,1% percentuale a 107.02%.