MILANO (WSI) – Piazza Affari maglia nera in Europa: l’indice Ftse Mib a fine giornata registra un calo dell’1,49% a 21.559 punti anche se la settimana si è chiusa in rialzo dell’1,12%. In rosso anche l’All Share che ha perso l’1,38% a 22.926 punti mentre lo Star ha chiuso sostanzialmente sulla parità . Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è stato pari a 2,01 miliardi, in calo rispetto ai 2,58 di ieri.
Giornata negativa soprattutto per i bancari: Intesa Sanpaolo ha fatto registrare una flessione del 3,07% a 2,274 euro e Unicredit del 3,21% a 6,245 euro. I due titoli hanno risentito, così come tutto l’intero comparto, del tonfo di
Erste Bank. L’istituto, tra i maggiori dell’Austria, ha lanciato un profit warning e ha fatto sapere che chiuderà il 2014 in rosso a causa della debole performance delle sue filiali in Ungheria e Romania. Previsione: una perdita netta per l’intero anno di 1,4-1,6 miliardi di euro.
Vendite anche su Mps che ha lasciato sul campo il 2,53% a 1,5 euro. Banca Carige, che ha concluso oggi l’aumento di capitale, ha perso lo 0,53% a 0,1677 euro mentre Banca Popolare di Sondrio nell’ultimo giorno utile per la sottoscrizione dell’aumento di capitale ha perso il 3,18% a 3,654 euro. Bpm ha chiuso con -2,58% a 0,6610 euro e il Banco Popolare -2,05% a 11,96 euro. La debolezza di Unicredit non contagia la controllata neoquotata Fineco che continua il rally avviato nel giorno del debutto. Piatta l’altra matricola Fincantieri, inchiodata anche oggi al prezzo di collocamento al debutto a 0,78 euro.
Sul fronte assicurativo Mediolanum ha subito una flessione del 2,7% chiudendo a 5,775 euro. Equita sim ha ridotto da 7,7 a 7,1 euro il target price sul titolo in seguito al taglio della stima sull’utile per azione del 2015. UnipolSai ha guadagnato, invece, lo 0,65% a 2,44 euro. Gli analisti di Goldman Sachs hanno ridotto il prezzo obiettivo portandolo da 3,06 a 2,93 euro dopo il taglio delle stime sull’utile per i prossimi esercizi.Tra gli energetici, quasi tutti in ribasso, Enel ha chiuso in calo dello 0,83% a 4,306 euro. Gli analisti di Morgan Stanley hanno alzato il prezzo obiettivo portandolo da 4,2 euro a 4,6 euro sull’ipotesi di una riorganizzazione del gruppo e di un possibile taglio dei costi. Anche Eni ha perso lo 0,83% fissando il prezzo a 20,24 euro. Gli analisti di Mediobanca hanno alzato da 19,5 a 21,1 euro il target price. Tra gli altri titoli sotto osservazione Mediaset ha chiuso in calo dell’1,44% a 3,7 euro.
Secondo alcune indiscrezioni il gruppo di Cologno Monzese potrebbe accettare la proposta di Telefonica per rilevare il 22% dalla controllata spagnola Mediaset Espana in Digital+ che porterebbe nelle casse del Biscione 355 milioni di euro.
Oggi, giorno dell’Indipendenza, i mercati Usa erano chiusi.
Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso in area 155 punti. Il differenziale tra il titolo tedesco a 10 anni e quello spagnolo si posiziona a 137,8 punti con un tasso del 2,661%.
Sul versante macro, deludono i dati sugli ordini di fabbrica in Germania, che a maggio hanno accusato un calo dell’1,7% rispetto al mese precedente e un rialzo del 5,5% su base annuale.
La ripresa nell’area dell’euro proseguirebbe nel secondo trimestre del 2014 con un incremento congiunturale del Pil reale dello 0,3%. La previsione è contenuta nel rapporto Eurozone economic outlook elaborato dagli istituti di statistica di Germania, Francia e Italia.
Ieri il numero uno della Bce Mario Draghi ha detto che i tassi di interesse di riferimento, abbassati a 0,15% in giugno, resteranno vicini allo zero per un periodo prolungato di tempo.
I dati migliori del previsto sulla creazione di posti di lavoro e sul tasso di disoccupazione in giugno non fanno che migliorare le previsioni per il futuro della maggiore economia al mondo. Ecco perché il report positivo sullo stato di salute dell’occupazione Usa ha sostenuto i listini azionari mondiali da ieri fino a stamattina.
I mercati asiatici, per esempio, si sono resi protagonisti della striscia di guadagni settimanali più positiva dal 2012, mentre il rendimento dei bond è sceso. L’indice MSCI della regione Asia Pacifico fa un rialzo dello 0,4%, portando all’1,7% il computo di settimana. Si tratta del migliore risultato negli ultimi tre mesi.
Positiva la Borsa di Tokyo che guadagna più di mezzo punto percentuale, con l’indice Nikkei che registra un progresso dello 0,58% in chiusura.
Sugli altri mercati, sul valutario l’euro scambia in calo sul dollaro. La moneta unica europea viene scambiata a quota 1,3599 dollari, mentre ieri, secondo le rilevazioni della Bce, valeva 1,3645 dollari.
Tra le materie prime, il rame è ben impostato per realizzare la migliore settimana da settembre dell’anno scorso. Chiusura negativa ieri per l’oro che si mantiene in area $1.320 l’oncia. I prezzi, segnalano i graficisti, stazionano al di sopra delle medie mobili a 50 e 200 giorni, passanti rispettivamente a 1288,73 e 1287,90.
Stabili i futures sul petrolio che scambiano in marginale calo dello 0,09% a quota $103.97.