NEW YORK (WSI) – Sono scene già viste altrove, in Yemen, Tunisia ed Egitto, solo per citare alcuni dei paesi che negli ultimi anni hanno vissuto ribellioni contro il regime. A scatenare le proteste sono spesso motivi di natura economica. Anche il Kuwait non fa eccezione.
Non è la prima volta che un personaggio di spicco – in questo caso il leader dell’opposizione Musallam al-Barrak – ha messo a nudo episodi di corruzione dell’elite al potere (documenti mostrano trasferimenti finanziari illeciti da parte di alti funzionari tra cui figurano persino dei giudici) e cha ha pagato il prezzo per le sue azioni. Le autorità del Kuwait l’hanno arrestato con l’accusa di tradimento.
Questa decisione ha provocato le proteste di centinaia e centinaia di persone che sono scesi in strada per mostrare il loro sostegno ad al-Barrack, marciando da casa sua alla galera dove si trova cantando “La gente vuole ripulire la magistratura”.
La polizia dello stato, uno dei più ricchi di risorse petrolifere al mondo, ha usato gas lacrimogeni e granate stordenti per sparpagliare la folla.
Il Kuwait, che è anche l’ultimo stato veramente amico degli Stati Uniti e dell’Occidente in Medioriente, ha il più alto tasso di conti Twitter pro capite e una popolazione molto giovane. L’onda di primavere arabe rischia di tornare.