Economia

Il dinosauro Juncker: sostituiremo la Troika. Lotta a coltello sulle nomine Ue, e salta tutto

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BRUXELLES (WSI) – Sotto pressione dopo il voto, il “dinosauro politico” lussemburghese Jean-Claude Juncker ha tentato di conquistare il parlamento meno europeista della storia con promesse che però non sanno di nuovo. Un piano per la crescita, questo il senso delle parole pronunciate da Juncker al suo primo giorno da presidente del Parlamento di Strasburgo.

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Il programma di investimenti, che sarà pronto entro febbraio 2015, prevede 300 miliardi di euro in tre anni per rilanciare il lavoro e rianimare la fiacca crescita economica europea. Per assicurarsi il voto dei socialisti Juncker ha fatto proposte per rilanciare l’economia reale, ovvero energia, trasporti, reindustrializzazione, banda larga. Ma gli investimenti sono pochi e “non andranno a scapito delle regole rigide sui conti pubblici”.

Per l’immigrazione, via a un commissario per l’integrazione che le autorità sperano possa aiutare l’Italia e gli altri Stati interessati a risolvere gli enormi problemi in materia, soprattutto nei nostri mari. L’asse tra conservatori e socialisti tiene, ma la ricetta per la ripresa offerta da Juncker è già vista: puzza di vecchio. Il leader del PPE è stato votato a larga maggioranza ma con lui l’Europa non cambia verso.

Cariche di suggestione e molto pro-Europa, le sue parole come la proposta di fondi su bilancio dell’Unione e una Banca degli investimenti. Unica novità l’idea di sostituire la Troika con “qualcosa di più legittimo”. Come a confermare tuttavia che finora la politica economica europea è stata gestita fuori del procedimento democratico.

[ARTICLEIMAGE] In Europa polemiche ha creato anche l’iniziativa del premier italiano Matteo Renzi di candidare formalmente il ministro degli Esteri Federica Mogherini ad Alto Rappresentante dell’Unione Europea per la Politica Estera.

“L’iniziativa di inviare la Mogherini a Mosca per incontrare Putin, non penso sia stata saggia”, ha scritto Achille Albonetti, direttore della rivista ‘Affari Esteri’, in una lettera inviata a Palazzo Chigi.

“Pochi mesi fa, la Russia ha scandalizzato il mondo con l’annessione militare della Crimea”, scrive Albonetti. “Si è poi aggiunto l’insidioso atteggiamento di Mosca sulla grave crisi Ucraina. La foto della stretta di mano al Cremlino tra Putin e la Mogherini, sul ‘Corriere della Sera’ di oggi, contribuirà probabilmente a compromettere la sua nomina ad Alto Rappresentante dell’Unione Europea per la Politica Estera”.

Secondo il direttore di ‘Affari Esteri’ ciò non sarebbe in verità un grave danno, in quanto le responsabilità di Politica Estera e Difesa dell’Unione Europea sono minime, perché tuttora appartengono agli Stati membri. Infatti nel Consiglio europeo siedono ventotto Ministri degli Esteri europei.

Enrico Letta candidato da Herman Van Rompuy a Presidenza Consiglio europeo

“Rientra nel perimetro dei poteri del Consiglio europeo suggerire nomi di candidati che possano creare consenso condiviso” tra i leader degli stati membri. Lo spiegano fonti del Consiglio europeo in merito alla proposta del presidente dello stesso Consiglio, Herman Van Rompuy, di candidare Enrico Letta per la guida dell’istituzione comunitaria. Il presidente del Consiglio europeo, si ricorda, ha il compito di coordinare i lavori e agevolare il raggiungimento di intese, e in tale ottica il suggerimento di soluzioni che possano trovare la condivisione dei ventotto passa anche per il suggerimento di personalità. Questo non significa candidature, perchè questo non rientra nei poteri del presidente del Consiglio, ma “suggerimenti”, che – come tengono a ribadire – sono sempre possibili.

Intanto, se stasera non si avrà alcun accordo sul nome del nuovo Alto rapppresentante dell’Ue ci sarà un altro vertice dei capi di Stato e di governo, che potrà tenersi “in ogni momento”, riferiscono le stesse fonti. L’eventualità era già stata prevista e concordata nei giorni scorsi in sede di Coreper, la riunione dei rappresentanti permanenti presso l’Ue. Sulla data non c’è ancora un’indicazione precisa. L’accordo raggiunto in Coreper prevede che “si sia pronti a riunirsi in qualunque momento”. Inizia a circolare l’ipotesi di un nuovo vertice a fine agosto (il 28), ma le fonti non confermano.

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Prosegue a Bruxelles, e continuerà probabilmente fino a tarda notte, il vertice Ue sulle nomine degli altri vertici dell’Unione, dopo l’elezione europarlamentare di Jean-Claude Juncker a presidente della Commissione europea. Un vertice teso, in cui sembra sempre più difficile che si possa decidere, per ora, solo chi sarà l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune (Pesc), come avrebbero voluto l’Italia e i leader Socialisti, che oggi, nel loro pre-summit, hanno confermato il loro appoggio unanime alla candidatura del ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini.

Il problema è che i Socialisti hanno chiesto anche un secondo incarico di vertice, quello del presidente stabile del Consiglio europeo, per la premier danese Helle Thorning-Smith, ma i leader del Ppe non sembrano affatto disposti a concedere due posti: o l’uno o l’altro. E nel frattempo, dall’interno del Ppe (i cui leader si sono riuniti anche loro nel tradizionale pre-summit oggi a Bruxelles) è arrivata una polpetta avvelenata per il primo ministro italiano, Matteo Renzi: l’ipotesi di candidare l’ex premier Enrico Letta al posto della Thorning-Smith, ed evidentemente escludendo la Mogherini.

La proposta Letta, comunque, non sembra essere arrivata nel Consiglio europeo, almeno a quanto ha detto il presidente dell’Europarlamento, Martin Shulz, che ha partecipato all’inizio del vertice, e che ha affermato di averne sentito parlare solo da parte dei giornalisti. Il Pse, fanno notare fonti italiane, è compatto nel volere il posto di “Mister Pesc” attualmente ricoperto dalla britannica Catherina Ashton, e allo stato attuale “c’è un solo candidato”, vale a dire la Mogherini. L’accordo potrebbe non essere facile, se i leader decidono, come molti di loro chiedono, di discutere del pacchetto complessivo di nomine, e non solo dell’Alto Rappresentante.

Ci sono infatti, fanno notare le fonti, due scuole di pensiero tra gli stati membri: procedere alla definizione di tutti i vertici da rinnovare (Alto rappresentante, presidente del Consiglio europeo e presidente dell’Eurogruppo) o “rendere operativa la Commissione”, vale a dire limitarsi a stabilire il successore di Ashton e lasciare ad altri vertici il resto delle nomine. Se dovesse prevalere il primo orientamento allora sarebbe difficile chiudere tutto entro oggi e si renderebbe necessario un nuovo vertice dei leader dei Ventotto, la prossima settimana, o a fine agosto.