Mercati

Wall Street in calo, S&P chiude peggiore settimana in due anni

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Chiude in rosso la Borsa Usa con gli indici sopra i minimi con gli investitori che soppesano le conseguenze del default argentino, le difficolta’ dell’istituto portoghese Banco Espirito Santo e gli ultimi dati sull’ occupazione americana.

A fine seduta, il Dow Jones cede lo 0,42% a 16.493 punti, il Nasdaq perde lo 0,38% a 4.353 punti e lo S&P 500 cala dello 0,29% a 1.925 punti. Il petrolio ha terminato in ribasso: il contratto con consegna a settembre e’ sceso di 29 centesimi a 97,88 dollari il barile. Nel frattempo, i titoli di Stato americani chiudono positivi con rendimenti in calo al 2,5% per il benchmark decennale e al 3,29% per il titolo trentennale. Sui mercati valutari, l’euro avanza a 1,3425 dollari e il biglietto verde arretra a 102,54 yen.

Sul fronte macro, negli Stati Uniti sono stati creati a luglio 209 mila nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo. Il tasso di disoccupazione è salito al 6,2%. I dati sono meno buoni del previsto e i mercati hanno reagito bene perchè si allontana lo spauracchio di un rialzo dei tassi vicino. Il rapporto sul mercato del lavoro ha certamente assunto una maggiore importanza per la Federal Reserve, che sta monitorando il settore per capire quando avviare il primo rialzo dei tassi.

Il presidente della Fed di Dallas Richard Fisher ha dichiarato in un’intervista di essere convinto che la Banca Centrale potrà iniziare ad aumentare i tassi d’interesse all’inizio dell’anno prossimo se i dati economici continuano ad essere forti.

Sempre sul fronte macro, nel mese di giugno i redditi personali hanno evidenziato una variazione positiva dello 0,4%, in linea con la lettura di maggio e con le attese del mercato. Il Dipartimento del commercio ha reso noto che nel mese di giugno le spese al consumo sono salite dello 0,4%, in rialzo rispetto alla lettura precedente rivista verso l’alto dallo 0,2% allo 0,3%, e in linea con le attese del mercato. L’indice PCE core è salito dello 0,1%, in frenata rispetto allo 0,2% di maggio e al di sotto delle aspettative degli analisti che puntavano ad una conferma della lettura precedente.

Intanto gli americani diventano meno ottimisti sull’andamento dell’economia a fine luglio. Secondo quanto riportato dall’Università del Michigan, il dato sulla fiducia dei consumatori è sceso a 81,8 punti, dagli 82,5 di fine giugno. Il dato è comunque migliore delle stime degli analisti, che attendevano 81,3 punti. Il sottoindice che misura la fiducia sulle condizioni correnti dell’economia si è attestato a 97,4 punti e quello che misura la fiducia sulle condizioni future a 71,8 punti. Per quanto riguarda l’inflazione, le aspettative a un anno sono aumentate al 3,3%, mentre quelle a cinque anni sono calate al 2,7%.

Meglio delle attese l’indice Ism manifatturiero che sale a 57,1 punti da 55,3 punti, contro attese di 56 punti. L’indicatore dei prezzi e’ salito a 59,5 da 58 punti mentre quello dell’occupazione e’ aumentato a 58,2 da 52,8. L’indicatore dei nuovi ordini e’ migliorato a 63,4 da 58,9 mentre quello della produzione passa a 61,2 da 60. In calo l’indice delle scorte a 48,5 da 53.

Infine, le spese per costruzioni negli Stati Uniti nel mese di giugno sono scese inaspettatamente dell’1,8%, quando l’attesa era per un aumento dello 0,4%. Il dato di maggio, invece, e’ stato rivisto al rialzo dal +0,1% al +0,8%. Lo ha reso noto il dipartimento del Commercio.

Ieri l’S&P 500 ha registrato il suo maggiore calo in tre mesi cedendo il 2%. Sia il Dow Jones che l’S&P hanno chiuso in calo ai minimi di giornata e su volumi del 30% più alti della media degli ultimi 15 giorni. I trader citano una serie di ragioni per il sell diffuso, incluso il balzo nel costo del lavoro in usa, le preoccupazioni per il default in Argentina e il dato sull’inflazione in Europa.

A livello societario, nel secondo trimestre il colosso mondiale dei beni di consumo Procter & Gamble (+2,53%) ha messo a segno utili per azione superiori alle stime ma i ricavi sono stati leggermente sotto il consensus. Hilton Worldwide (-3,1%) ha pubblicato una trimestrale migliore delle attese tanto che il gruppo di hotel ha alzato le stime per l’intero anno. Il sito di viaggi Expedia (+4,47%) ha registrato utili oltre le stime grazie al buona andamento delle prenotazioni.

Nella sua prima trimestrale da quando si e’ quotato lo scorso 26 giugno, GoPro ha battuto le stime degli analisti sul fronte di utili per azione e ricavi ma il titolo soffre in borsa (-11,4%). All’indomani dei conti, il social network per professionisti LinkedIn segna un +7%. Dopo avere messo a segno il migliore luglio in otto anni in termini di vendite Usa, Ford avanza dello 0,76%. T-Mobile segna un +0,36%: ieri ha confermato di avere ricevuto una proposta d’acquisto dalla francese Iliad, che a Parigi cede il 7,35%. Secondo gli analisti altri interessati al quarto operatore americano di telefonia mobile potrebbero emergere.

Sul valutario, euro +0,07% a $1,3399.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio -0,67% a $97,51, il prezzo dell’oro +0,13% a quota $1.284 l’oncia.