MILANO (WSI) – Piazza Affari chiude con segno negativo alla vigilia del lungo weekend di Ferragosto con gli investitori che hanno preferito realizzare qualche profitto, in particolare sui bancari. La seduta aveva accusato il colpo del deludente dato sul pil tedesco del secondo trimestre per poi virare in territorio positivo sulle parole del presidente russo Vladimir Putin che da Yalta ha dichiarato che il paese farà tutto ciò che è in suo potere per fermare la guerra in Ucraina.
Il rialzo, tuttavia, ha ceduto il passo ai realizzi nell’ultima ora di contrattazioni e l’indice FTSE Mib ha chiuso in calo dello 0,29% a 19.480 punti. Sulle borse europee ha prevalso il segno più sulle attese per un intervento della Bce. Londra ha guadagnato lo 0,43%, Francoforte lo 0,29%, Parigi lo 0,25%. Eccezione Milano: -0,29%. Piatta Madrid (-0,09%). Lo spread tra il Btp e il Bund chiude in calo a 164 punti base. Il rendimento del decennale italiano è al 2,66%.
A questo punto gli operatori iniziano a scommettere su un prossimo possibile intervento della Bce, che per il secondo trimestre si aspettava una crescita dello 0,3% e che proprio stamattina nel bollettino ha gia’ rivisto al ribasso le previsioni per il 2014 (da +1,1% a +1%, che comunque sara’ difficile raggiungere). Preoccupano anche i segnali di deflazione, che rischiano di peggiorare ancora il quadro. A Milano la giornata e’ stata segnata soprattutto da movimenti tecnici e da riposizionamenti, in vista del lungo week end di Ferragosto e tra volumi scarsi. Le vendite hanno penalizzato soprattutto i titoli bancari che, va detto, sono quelli che dall’inizio dell’anno avevano corso di piu’, in particolare le popolari.
Telecom Italia ha chiuso in calo di quasi il 2% dopo le indiscrezioni trapelate su un progetto di alleanza con Vivendi a seguito del summit di ieri tra l’Ad Marco Patuano e Vincent Bolloré. Buzzi Unicem incassa la promozione di Morgan Stanley a ‘overweight’ e balza del 3%.
Segno meno per i bancari con vendite più sostenute tra le popolari come Ubi Banca e Popolare Milano. Ribassi intorno all’1,5% anche per le big Intesa Sanpaolo e Unicredit, mentre si muove in controtendenza ma con volumi nella norma Mediobanca.
Gli investitori sono rimasti delusi dalla contrazione inaspettata dell’economia tedesca (-0,2% nel secondo trimestre) mentre la Francia è in stagnazione a inizio 2014. Parigi non cresce sul serio da ormai tre anni. Tanto che il governo transalpino ha rinunciato a raggiungere gli obiettivi di bilancio concordati con la Commissione Ue. L’Italia da parte sua è entrata in una nuova fase di recessione tecnica e l’economia è in depressione da quasi sei anni.
Al momento due terzi del blocco a 18 si trova o in recessione o sull’orlo di una recessione o ha comunque subito una contrazione nel secondo trimestre. Non si può più parlare di ripresa. Anche per questo aumenta il numero di analisti e politici che lancia un appello a Draghi perché vari un Quantiative Easing europea e svaluti l’euro. L’inflazione è scesa a 0,4% in luglio 0,4%, sui livelli più bassi dal 2009.
Sul mercato dei titoli di stato, nuovo record per il Bund con rendimento sotto l’1%. Lo Spread tra Btp e Bund scambia in Calo a 167 punti base.
Le Borse asiatiche, invece, sono ben impostate per chiudere il quarto giorno consecutivo in rialzo.
Il rallentamento dei consumi negli Stati Uniti ha alimentato le scommesse secondo cui la Federal Reserve non incrementerà i tassi di interesse prima del previsto come temuto invece fino a ieri. Anche in Cina ci si aspetta un’estensione delle misure di stimolo dopo la delusione per i dati sul credito.
Le vendite al dettaglio Usa sono risultate inferiori alle stime. Sempre sul fronte macro, in Francia crescita zero per due trimestri consecutivi. Il governo ha rinunciato a raggiungere gli obiettivi di bilancio, il deficit sforerà il 3%.
L’indice MSCI della regione Asia Pacifico guadagna lo 0,4% dopo il progresso del 2,2% messo a segno negli ultimi tre giorni. Tutti i settori scambiano in rialzo.
Per quanto riguarda gli altri mercati, tra le commodities quotazioni dell’oro stabili a 1.313,16 dollari l’oncia e prezzi del petrolio in calo a 97,27 dollari il Wti a New York.
Sul valutario euro stabile a $1,3360.