ROMA (WSI) – La Russia sta lavorando a nuove misure di ritorsione da adottare se l’occidente deciderà altre sanzioni. Lo fa sapere il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov. «Lavoriamo a diverse opzioni – spiega – Abbiamo ripetutamente detto che la Russia non è per le sanzioni e non ha iniziato a farle. Ma nel caso che i nostri partner continuino con pratiche non costruttive e distruttive stiamo preparando nuove misure».
Le contro-sanzioni russe nei confronti di Ue e Usa potrebbero non limitarsi al settore agroalimentare e arrivare a colpire le importazioni di beni industriali, come le automobili. Lo ha scritto oggi il quotidiano Vedomosti. Due «funzionari federali» hanno rivelato al giornale che subito dopo l’imposizione delle ultime sanzioni occidentali, il governo russo ha inviato al presidente Vladimir Putin un ampio elenco di possibili misure di ritorsione, tra cui il capo del Cremlino ha dato per ora il via libera solo a quella che prevede l’embargo sull’import alimentare.
«Così la Russia può varare ulteriori sanzioni, qualora l’Unione europea e gli Stati Uniti inasprissero le loro misure contro di noi», ha dichiarato uno dei funzionari. Ipotesi non esclusa dal portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, il quale ha avvertito che la decisione di Mosca su quali potranno essere le nuove contro-sanzioni dipenderà dalle mosse dell’Occidente.
A indicare ulteriori misure punitive nei confronti di Ue e Usa era già stato, la settimana scorsa, il premier Dmitri Medvedev. Sul tavolo, ci sarebbe il possibile divieto di sorvolo della rotta transiberiana alle compagnie aeree europee e statunitensi dirette in Asia. Ma secondo Vedomosti, il governo ha valutato anche il bando, parziale o completo, dei veicoli di importazione da Paesi considerati ostili.
A detta di una delle fonti, la domanda potrebbe essere soddisfatta dalla produzione nazionale, in primo luogo dalle imprese che lavorano nell’assemblaggio. Ma secondo alcuni manager nel settore automobilistico, si tratterebbe di una mossa che andrebbe a scapito dell’industria domestica: l’import dall’Europa verrà sostituito da quello da Corea e Cina, con cui la produzione russa non sarà con in grado di competere in termini economici.
Altra possibile restrizione potrebbe riguardare le apparecchiature mediche di importazione, ma si tratta di una questione delicata che richiede ulteriori discussioni, hanno spiegato le fonti.
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Dall’Italia sono stati esportati in Russia prodotti farmaceutici e vetture, automobili, trattori, motocicli ed altri veicoli terrestri, loro parti ed accessori per un importo di 773 milioni nel 2013, leggermente superiore a quello di prodotti alimentari e bevande già colpiti dalle sanzioni decise da Vladimir Putin.
È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat dopo le indiscrezioni su possibili nuove sanzioni russe che potrebbero colpire l’importazione di auto straniere, farmaci e attrezzature sanitarie, secondo alcune fonti governative citate da media russi. Anche se l’intervento sarà circoscritto a particolari categorie di veicoli sarà comunque rilevante per l’Italia che è stata già colpita pesantemente dallo stop ad alcuni prodotti alimentari significativi.
Le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani in Russia nonostante le tensioni sono aumentate dell’uno per cento nel primo quadrimestre del 2014 dopo che lo scorso anno – sottolinea la Coldiretti – avevano raggiunto la cifra record di 706 milioni di euro messi ora a rischio dalle sanzioni. In particolare sono state bloccate – precisa la Coldiretti – le spedizioni di ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro nel 2013, le carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro e importi molti più limitati per il pesce che l’Italia spedisce in quantità molto limitate in Russia.
Se i danni diretti per il Made in Italy agroalimentare sono stimabili dalla Coldiretti attorno ai duecento milioni di euro pesanti sono anche quelli indiretti con l’Italia che potrebbe diventare mercato di sbocco di quei prodotti comunitari ed extracomunitari ora rifiutati dalla Russia che rischiano di essere spacciati come Made in Italy perchè – continua la Coldiretti – non è sempre obbligatorio indicare la provenienza in etichetta.
L’annuncio di misure dalla Commissione Ue per stabilizzare il mercato di frutta e verdura dopo la mobilitazione a sostegno del settore colpito dal blocco delle importazioni era molto atteso anche se – continua la Coldiretti – l’efficacia dipenderà dalla tempestività e dalle modalità operative con cui sarà condotto l’intervento che riguarda prodotti freschi di stagione non stoccabili e senza mercati di vendita alternativi immediatamente disponibili come pomodori, carote, cavolo bianco, peperoni, cavolfiori, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, frutti rossi (fragole, lamponi, ribes, mirtilli, more, uva spina), uva da tavola e kiwi.
Per le misure d’emergenza in vigore dal 18 agosto sono a disposizione fino a 125 milioni di euro in tutta l’Unione sino a novembre e prevedono – precisa la confederazione – ritiri dal mercato per la distribuzione gratuita e compensazioni per la non-raccolta e la raccolta anticipata con l’assistenza finanziaria per tutti i produttori, inclusi quelli che non fanno parte di organizzazioni di produttori. Dall’intervento – sottolinea la Coldiretti – restano quindi esclusi i prodotti diversi dall’ortofrutta ma comunque colpiti dal blocco come le carni di manzo e maiale, pollo, pesce e frutti di mare ed il latte, i latticini ed i formaggi tra i quali ci sono prodotti tipici Made in Italy dal grana padano al parmigiano reggiano fino al prosciutto di Parma fortemente danneggiati dall’embargo. (TMNews)