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Wall Street in rialzo, boom delle case

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NEW YORK (WSI) – Continua con il segno più la seduta della Borsa Usa, che aggiunge nuovi guadagni ai progressi della vigilia. A un’ora circa dall’avvio delle contrattazioni, il Dow segna un aumento dello 0,30% a 16.891 punti, il Nasdaq guadagna lo 0,26% a 4.520 punti mentre lo S&P 500 cresce dello 0,32% a 1.978 punti.

Sul fronte macro, notizie positive sono arrivate sul fronte immobiliare. Nel mese di luglio, le costruzioni di nuove case hanno segnato un rialzo mensile del 15,7% a 1,09 milioni, raggiungendo così i massimi da otto mesi. Il dato – diffuso dal Dipartimento del Commercio, ha battuto le attese degli analisti.

Per quanto riguarda l’inflazione, invece, nel mese di luglio l’indice dei prezzi al consumo statunitensi sono leggermente aumentati, guidati da alti costi di vitto e alloggio, ma il ritmo generale si è leggermente raffreddato dopo un brusco rialzo all’inizio dell’anno. L’indice destagionalizzato ha segnato un aumento dello 0,1%. Analogo l’incremento del CPI core, che esclude cibo e energia. Su base annua l’aumento si attesta al 2% in calo dal 2,1% calcolato in giugno.

Questa settimana l’attenzione degli investitori sarà inoltre rivolta alle minute della Fed, in calendario domani, e all’intervento di Janet Yelle, presidente della Banca Centrale Americana, a Jackson Hole.

Ieri il Nasadq ha chiuso in rialzo dello 0,97% superando quota 4.500 punti per la prima volta da fine marzo del 2000.

Tra le storie societarie, Home Depot ha annunciato un utile trimestrale di 1,52 dollari per azione, in rialzo da 1,24 dlr dell’anno precedente e sopra le stime di 1,45 dollari. Le vendite sono salite del 5,7% a 23,8 miliardi. Il numero uno al mondo del bricolage ha inoltre aggiornato la guidance per l’anno fiscale 2014 prevedendo un utile per azione di 4,52 dlr e vendite in rialzo del 4,8% rispetto al 2013.

Il retailer nel settore dell’abbigliamento Urban Outfitters ha riportato ieri a mercati chiusi un utile per il secondo trimestre di 49 centesimi per azione, in linea al consensus, su ricavi di 811 milioni, migliori delle stime di 804,7 milioni.

American Apparel ha annunciato ieri una perdita per il secondo trimestre dell’anno a fronte di vendite invariate nel corso del periodo a 162,4 milioni dollari. Le vendite a perimetro costante sono scese del 6%.

Aeropostale, catena di abbigliamento per ragazzi, ha registrato un calo del 13% delle vendite nel secondo trimestre ma il titolo è balzato di quasi il 4% negli scambi after-hours di ieri dopo l’annuncio del ritorno del Julian Geiger quale AD del gruppo.

La Food and Drug Administration ha concesso l’approvazione provvisoria all’insulina sviluppata da ELI LILLY insieme con Boehringer Ingelheim.

Euro in deciso arretramento dopo la pubblicazione dei dati macroeconomici Usa che, rivelatisi sostanzialmente migliori delle stime, hanno alimentato la speculazione sui tempi di una politica monetaria della Fed piu’ restrittiva. La divisa unica a meta’ pomeriggio ha aggiornato il nuovo minimo degli ultimi 11 mesi (13 settembre 2013) rispetto al dollaro, a 1,3316 (1,3354 alla rilevazione odierna della Bce), dopo essere stata indicata prima della diffusione delle statistiche in area 1,3360. L’euro ha registrato lo stesso movimento anche nei confronti delle altre principali divise. Sullo yen si e’ rapidamente appoggiato ai minimi della seduta di 136,78 (137,12 alla rilevazione della Bce) dai 137,14 indicati prima dei dati Usa, per poi limare la correzione e stabilizzarsi in area 136,90.

Il petrolio a settembre torna a cedere terreno: -064% a 95,79 dollari al barile. L’oro a dicembre segna un +0,04% a 1.299,9 dollari al barile.

I prezzi dei Treasury si rafforzano sulla scia dell’indice dei prezzi al consumo cresciuto a luglio al passo piu’ contenuto dallo scorso febbraio. I trader di bond sembrano concentrarsi su questo dato rispetto a quello dell’avvio di nuovi cantieri, balzati a luglio ai massimi dello scorso novembre. Quest’ultimo aspetto soddisfa la Federal Reserve, da tempo preoccupata della debolezza del comparto immobiliare. Ma allo stesso tempo le pressioni inflazionistiche sono contenute, dando teoricamente alla banca centrale piu’ tempo prima di iniziare una stretta monetaria. Il decennale vede rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – in calo al 2,3644%. Il titolo a tre mesi e’ l’unico con rendimenti in aumento allo 0,0304%.