MOSCA (WSI) – Per la prima volta dall’inizio del conflitto in Ucraina, Mosca chiede negoziati per un nuovo stato nell’est del paese. Il Presidente russo Vladimir Putin ha infatti chiesto ufficialmente “negoziati immediati” su quella che ormai chiama “Novorossia” – Nuova Russia.
Al centro della discussione – chiede il leader russo – deve esserci la creazione di uno Stato nell’Ucraina dell’est. “Dobbiamo proteggere gli interessi legittimi delle persone che ci vivono” ha dichiarato.
Sembra sempre più concreto dunque il rischio di una separazione dell’est del paese, anche se il portavoce del Cremlino precisa che Putin è stato frainteso: intendeva solo “negoziati inclusivi interni” – spiega.
Un’altra correzione di rotta avviene nell’intervista a una emittente russa: il presidente russo parla di un ordinamento federalista e non di un nuovo stato.
Secondo Putin, poi, i responsabili europei chiudono gli occhi di fronte alle azioni militari delle forze ucraine nelle zone civili.
Le forze ucraine “prendono direttamente di mira i quartieri”, ha dichiarato il capo dello Stato russo alla televisione. “Numerosi Paesi, anche in Europa, preferiscono purtroppo non rimarcarlo”, ha denunciato, accusando inoltre Kiev di rifiutare “un dialogo politico” con l’est dell’ex repubblica sovietica.
C’è poca diplomazia nella telefonata tra il presidente uscente della Commissione europea Josè Manuel Barroso e il presidente russo Putin. Barroso chiede spiegazioni sui soldati di Mosca in Ucraina, e il capo del Cremlino risponde con una minaccia: “Se voglio, prendo Kiev in due settimane”. Il retroscena del vertice europeo viene svelato da “La Repubblica”, ma sarebbe stato lo stesso Barroso a raccontare la telefonata durante il summit a Bruxelles. “L’imprevedibilità di Putin è senza limiti” – avrebbe commentato la cancelliera Merkel.
I leader europei non sono diposti a cedere al ricatto di Mosca, e dal vertice arriva l’ultimatum: senza una soluzione alla crisi ucraina scatteranno nuove sanzioni, più rigide, contro la Russia.
”In Ucraina e’ arrivata una grande guerra mai vista dall’Europa dai tempi della seconda guerra mondiale”: lo ha scritto su Facebook il ministro della difesa ucraino, Valeri Gheletei. ”Le perdite si conteranno non nell’ordine di centinaia ma di migliaia e persino di decine di migliaia”. E ha aggiunto: “Oggi fronteggiamo le divisioni e i reggimenti, domani possono essere i corpi d’armata”.
È ormai chiaro che non siamo di fronte “a un conflitto all’interno dell’Ucraina, ma siamo di fronte a uno scontro fra la Russia e l’Ucraina”. Lo ha detto Angela Merkel parlando al Bundestag. Un passaggio del suo discorso sottolineato da un applauso dei deputati.
Tusk: non si ripeta il settembre del 1939
Il premier polacco Donald Tusk, nominato presidente del Consiglio Ue, ha messo in guardia dalla guerra in Ucraina e da atteggiamenti di “ingenuo ottimismo” in Europa. “Settembre 1939 non deve ripetersi in Ucraina”, ha detto parlando a Danzica in occasione di una commemorazione dell’attacco tedesco alla Polonia di 75 anni fa.
“Noi europei dobbiamo trarre insegnamento dal tragico settembre polacco e dagli anni della Seconda guerra mondiale. Non è consentito avere un ingenuo ottimismo”, ha aggiunto Tusk.
Rasmussen, verso maggiore presenza Nato a est
La presenza della Nato “sarà più visibile a est”. Lo dice il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, affermando che sarà anche rafforzata la capacità di intervento delle forze di pronto impiego della Nato.
Lavrov, Mosca non vuole la guerra
Mosca spera che i colloqui del gruppo di contatto sulla crisi ucraina in programma oggi a Minsk saranno dedicati innanzitutto all’obiettivo di concordare immediatamente senza alcuna condizione il cessate il fuoco: lo ha detto il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, intervenendo davanti agli studenti dell’universita’ Mgimo di Mosca.
”Non ci sarà un intervento militare russo in Ucraina, Mosca è per una soluzione esclusivamente pacifica di questo gravissima crisi, di questa tragedia”: ha sottolineato il ministro degli esteri russo.
Mosca invita l’Occidente a “sedersi e a discutere, invece di minacciare sanzioni”, ha affermato Lavrov. In ogni caso, ha aggiunto, Mosca “non sbattera’ la porta in caso di nuove sanzioni occidentali e non uscira’ dal Wto”. Lavrov ha sottolineato inoltre che “la decisione del consiglio europeo dimostra che l’inerzia delle sanzioni resta molto forte”.
Nuove sanzioni? Putin spera che prevalga buon senso
Il leader del Cremlino Vladimir Putin ha auspicato che prevalga il buon senso tra gli europei, che hanno minacciato Mosca di nuove sanzioni per la crisi ucraina. “Spero che il buon senso finirà col prevalere e che noi lavoreremo normalmente”, ha detto, auspicando che “né noi né i nostri partner pagheremo i costi derivanti da queste punzecchiature”.
Kiev, truppe russe a Donetsk e a Lugansk
Il ministro della difesa ucraino, Valeri Gheletei, ha affermato che truppe russe sono presenti a Donetsk e nell’aeroporto di Lugansk, dove sono in corso “aspri combattimenti” tra militari di Kiev e reparti russi. Lo riferisce la tv ucraina Inter.
L’esercito ucraino si e’ ritirato dall’aeroporto di Lugansk, una delle roccaforti dei separatisti filorussi nell’est ucraino in seguito a tiri d’artigliera russi: lo rende noto Andrii Lisenko, portavoce militare ucraino.
‘7 soldati morti in 24 ore, 680 catturati
Sette soldati sono stati uccisi ed altri 25 feriti nelle ultime 24 ore nell’area dell’operazione militare contro i separatisti filorussi dell’est ucraino. Lo rende noto il portavoce militare Andreii Lisenko. Inoltre, 680 militari ucraini sono stati presi come prigionieri di guerra dopo le ultime battaglie nella regione di Donetsk.
Ribelli, abbattuto caccia e presi 108 soldati
I ribelli filorussi dell’est ucraino hanno rivendicato oggi di aver abbattuto un caccia Sukhoi 27 nei cieli della regione di Donetsk, vicino al villaggio di Merezhki. Lo riferisce Ria Novosti. Secondo il sito russo Lifenews, inoltre, i separatisti avrebbero fatto prigionieri 108 militanti del battaglione Donbass (costituito dalla Guardia nazionale) nei pressi di Ilovaisk, nella stessa regione.