Società

Economia sommersa e illegale: il 12,4% del Pil nel 2011

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ROMA (WSI) – L’Istat dà una nuova stima dell’economia sommersa, pari a circa 187 miliardi, l’11,5% del Pil 2011. Si tratta delle somme connesse a lavoro irregolare e sottodichiarazione. A ciò si può aggiungere l’illegalità (droga, prostituzione e contrabbando), per un combinato, l’economia non osservata, di oltre 200 miliardi (12,4% del Pil).

L’illegalità entra nel Pil, secondo le linee guida di Eurostat. L’inclusione riguarda droga, prostituzione e contrabbando di sigarette, che contribuiscono alla rivalutazione del Pil per 1,0 punti percentuali, ovvero 15,5 miliardi di euro (compreso l’indotto della produzione di beni e servizi legali).

Il rapporto tra deficit e Pil si abbassa di 0,2 punti percentuali. È questo l’effetto sui conti nazionali delle nuove regole europee e delle innovazioni introdotte dall’Istat. Lo fa sapere lo stesso Istituto, spiegando che il rapporto indebitamento netto/Pil passa dal 3,7% al 3,5%, con riferimento al 2011.

Arriva il nuovo Pil e rispetto al “vecchio” dato il livello risulta aumentato di 59 miliardi, ovvero del 3,7%. Lo stima l’Istat, che ha ricalcolato il Pil secondo il nuovo Sistema europeo dei conti e altri cambiamenti. L’anno di riferimento è il 2011, la cui stima passa, infatti, da 1.579,9 a 1.638,9 miliardi.

L’affinamento delle tecniche di indagine sugli input del lavoro utilizzati nel processo produttivo fotografa, dal lato del mercato del lavoro, un deciso aumento del tasso di irregolarita’. Quello del 2011, misurato con il metodo Sec 95, era pari al 12% della forza lavoro ma, misurato con il Sec 2011, sale al 14,5%. Si tratta di 159mila persone. Diminuisce nell’agricoltura dal 24,8% al 16,7% del totale del settore, sale nell’industria al 9,5% dal 6,7% e nei servizi dal 13,1% al 16,1%. L’occupazione irregolare deriva dal fatto che non vi corrisponde alcuna forma di aumento contributivo o fiscale. L’irregolarita’ riguarda sia il lavoro autonomo e sia quello dipendente.