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Renzi: “Pil 2014 intorno a zero, non basta per ripartire”

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ROMA (WSI) – Il ‘più grande taglio della spesa pubblica mai fatto’. Matteo Renzi ha definito così il suo metodo per la revisione della spesa pubblica. Un governo a caccia di 20 miliardi. Venti miliardi di tagli per eliminare gli sprechiper tentare così di rilanciare la crescita del Paese.

Oggi il premier, affiancato dal consigliere economico Yoram Gutgeld e dal ministro dell’Economia Padoan vedrà tutti gli altri titolari dei ministeri, uno a uno, e chiederà loro due cose: primo, una lista di interventi su cui effettuare i risparmi; secondo, quella dei ‘desideri’. Oltre10 miliardi dovranno serviranno per coprire il bonus fiscale, altri 4-5 per le spese indifferibili e poi ci sono i 3 miliardi di tagli ereditati dal governo di Enrico Letta.

Margini di spesa arriveranno chiaramente anche dal piano di privatizzazioni, dal recupero dell’evasione fiscale e dalla riqualificazione del PIl. C’è poi il capitolo scuola, dove Renzi ha scelto di investire 900 milioni. Poi ancora, la diminuzione della pressione fiscale con un taglio dell’Irap per le imprese. Ancora in dubbio l’estensione del bonus fiscale ad altre categorie. Il terzo capitolo riguarda le forze dell’ordine e il premier pensa che si possa attuare lo sblocco degli stipendi e del tetto salariale: solo quest’ultimo vale 7-800 milioni per il 2015. Il piano del commissario Carlo Cottarelli – ricordiamo – prevede tre miliardi dal recupero fiscale e 17 di tagli.

[ARTICLEIMAGE] «Non sono ottimista, più o meno balliamo intono allo zero, non è sufficiente per ripartire. È lo stop alla caduta ma non la ripartenza». È la previsione sul pil a fine anno fatta da Matteo Renzi a Porta a Porta dove ha affrontato tutti i temi sul tavolo del governo: dall’estensione degli 80 euro, allo stipendio delle forze dell’ordine, dalle tasse alla Ue. «Con calma, senza voli pindarici portiamo il paese fuori dalla crisi. Ma tutti devono cambiare», ha promesso. Non una parola sul caso Emilia Romagna: Renzi ha lasciato la sede Rai di via Teulada e si è limitato a salutare augurando buon lavoro.

Giù le tasse sul lavoro – «Penso e credo che nella legge di stabilità avremo un ulteriore diminuzione di tasse sul lavoro. Ci sono varie ipotesi sui modi e la finanziamo con la riduzione della spesa». L’obiettivo di una manovra di «20 miliardi di euro è per avere non solo la manovra di tagli più grande mai fatta ma anche denari da riutilizzare che possono essere messi» per esempio, per «un miliardo sulla scuola». «Non stiamo facendo tagli lineari», ha sottolineato. «Ai ministri domani dirò, presentami due cose: una lista di interventi su cui tagliare e poi dimmi come immagineresti di riutilizzare questi soldi», ha spiegato. E, soffermandosi sull’entità della spending da fare: «Cosa vuol dire il 3% su 800 miliardi? vuol dire 24 miliardi di euro. Gli italiani hanno già fatto la spending, sono i politici che non l’hanno fatta».

Gli 80 euro – «Io non so se è una manovra di stile classico ma quello che stiamo facendo noi, non l’ ha fatto nessuno. Noi riduciamo il peso dello stato e della pressione fiscale, siamo il primo governo che sta riducendo la pressione fiscale, tagliando del 10% l’Irap e del 10% la bolletta alle imprese più gli 80 euro», ha proseguito. «Noi siamo in condizione di garantire che per quella platea gli 80 euro sono stabili. Vediamo se riusciamo ad allargare a partite Iva e pensionati. Io ho detto che quando parlo voglio prendere un impegno specifico e non sono ancora in condizione di allargare la platea ma può darsi che ce la si faccia», ha detto a proposito del bonus Irpef per nuove categorie sociali nella legge di stabilità.

Lo sblocco dei salari – «I denari per risolvere gli sblocchi» dei salari «e gli scatti, secondo i ministri già possono essere trovati», ha aggiunto Renzi, sottolineando che dai sindacati delle forze dell’ordine «c’è stata una reazione inaccettabile, che ha posto il tema dello sciopero, che è illegale» per le forze dell’ordine. «Ai tutori della legalità non ho bisogno di chiedere il rispetto della legalità» ma i «loro sindacalisti si sono comportati in modo indecoroso, si rimangino tutto quello che hanno detto, per rispetto ai loro colleghi», ha detto Renzi tornando sulle proteste.

«L’Anm protesta? Brrrr, che paura… Hanno protestato per il taglio degli stipendi e ora protestano per il taglio delle ferie». Lo ha detto Matteo Renzi a Porta a porta parlando della riforma della giustizia.

Stoccata ai sindacati – «Il fatto che i sindacati annuncino lo sciopero senza conoscere la riforma del lavoro è straordinariamente affascinante. Se hanno già deciso di fare lo sciopero a prescindere ci ingegneremo per trovare un argomento perché le uniche misure finora sono gli 80 euro e il dimezzamento dei permessi sindacali», ha poi ironizzato.

La scuola – Nella legge si stabilità «900 milioni» saranno dedicati alla scuola, mentre nel «2016 saranno 2 miliardi, c’è già l’intesa con il ministro Padoan», ha spiegato ribadendo che «alla base della rivoluzione» sulla scuola ci sarà il principio di «dare lo scatto non più sulla base dell’anzianità ma sulla base del merito».

Le partecipate – «Porteremo da 8mila a mille le partecipate» locali e «per farlo ho impedito che andassero nel decreto» Sblocca-Italia, «perché non eravamo pronti».

Il caso Cottarelli – «Tre mesi fa Cottarelli ha chiesto di tornare al Fmi per motivi familiari. Io gli ho chiesto di aspettare la finanziaria se no dai l’impressione che non si può fare. Dopodiché io penso che la finanziaria la fai comunque, con o senza Cottarelli, con o senza Renzi», ha inoltre raccontato il premier.

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L’euro – «Se l’euro fosse ancora un po’ più basso» se si avvicinasse a «1,20 per le nostre aziende, per il nostro mondo, sarebbe un fatto molto molto importante», ha aggiunto soffermandosi sugli interventi della Bce sul tasso euro/dollaro.

I banchieri – «Ci sono banchieri molto validi, io ai banchieri sono un po’ antipatico…», ha anche detto, con una vena d’ironia, il premier, sottolineando come «la banca debba imparare a fare credito e deve farlo di più». E per rendere meglio il concetto Renzi ha citato una frase di Mark Twain: «La banca è quel soggetto che ti dà l’ombrello quando c’è il sole e te lo richiede quando piove…».

L’Expo – «Alla fine vedremo i risultati dell’Expo, e sarà uno straordinario motivo d’orgoglio per l’Italia», ha quindi detto il premier. «Se l’Expo è ancora in piedi è perché noi siamo intervenuti creando l’Anac e dando certezze».