Economia

Quello di Draghi è un piano di salvataggio per le banche

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ROMA (WSI) – Dopo aver appreso dell’ulteriore taglio al tasso di interesse alla soglia record di 0,05%, con questo post della rubrica Discussioni di Economia (DdE) approfondiremo nel dettaglio una delle operazioni già annunciate nella passata conferenza di agosto della BCE e che partirà il 18 settembre prossimo, ossia quella relativa al Targeted Longer Term Refinancing Operations (TLTRO). Chiariremo cosa è e come funziona.

Esso è una versione rivisitata di un’operazione di nostra vecchia conoscenza, ossia del LTRO di cui ho scritto approfonditamente (vedi archivio WSI). Il LTRO fu ufficialmente adoperato dalla BCE per rilanciare l’economia reale. Ma in realtà non andò così. Ad avvantaggiarsene furono solo il sistema bancario europeo e i governi europei malandati, per cui il primo riuscì a ricapitalizzarsi, mentre i secondi videro ridursi il costo del loro crescente indebitamento. L’economia reale invece rimase al palo.

Nel 2014, si ripropone la stessa operazione, questa volta chiamata T-LTRO, con la stessa giustificazione di due anni fa, ossia quella di rilanciare l’economia reale. La strategia, questa volta, è leggermente diversa: prestare altri 894 miliardi di euro freschi di stampa al sistema bancario europeo, al tasso ridicolo dello 0,15% (0,05% più uno spread dello 0,10%; praticamente gratis), da restituire nel 2018. Ma in cambio la BCE chiede alle banche europee che i soldi presi in prestito siano usati a loro volta per essere prestati specificatamente a famiglie e ad imprese. Vediamo più nel dettaglio le pretese della BCE.

Le banche europee che fanno richiesta di partecipare alle aste di aggiudicazione dei prestiti della BCE potranno usufruire del nuovo denaro emesso solo alle seguenti condizioni:

1. per le prime due tranche di TLTRO da 400 miliardi totali circa, ciascuna banca potrà prendere a prestito dalla BCE solo una somma pari al 7% dello stock di finanziamenti ancora in essere al 30 aprile 2014;

2. per le restanti 6 tranche di TLTRO da 494 miliardi totali circa (le cui aste si terranno fra il 2015 e il 2016, con scadenze trimestrali), ciascuna banca potrà prendere a prestito dalla BCE una somma proporzionata all’ammontare dei nuovi prestiti erogati da maggio 2014 al secondo mese precedente a quello di aggiudicazione del prestito;

3. i crediti concessi presi in considerazione per la determinazione delle somme chieste in prestito alla BCE dovranno essere quelli erogati ad imprese e a famiglie, purché non siano di natura immobiliare;

4. qualora la banca che ha ricevuto in prestito il denaro della BCE, fra maggio 2014 e aprile 2016, riduca l’ammontare dei prestiti (non immobiliari) concessi alla propria clientela, essa dovrà restituire il prestito TLTRO con 2 anni di anticipo (entro settembre 2016) e non alla più comoda data di settembre 2018.

Esaminando il documento tecnico diramato dalla BCE, si osserva che l’operazione TLTRO lungi dall’essere qualcosa direttamente riferito a vantaggio dell’economia reale.

Infatti, la BCE stabilisce due parametri di riferimento per la valutazione del rispetto della condizione secondo la quale i soldi ricevuti in prestito con TLTRO dovrebbero essere destinati all’erogazione di crediti a famiglie ed imprese, entrambi di discutibile validità:

– per le banche che negli ultimi 12 mesi hanno incrementato lo stock di finanziamenti alle famiglie e alle imprese, il parametro di riferimento sarà semplicemente pari a zero. Ciò vale a dire che per questi istituti non sarà necessario incrementare i prestiti alle imprese e alle famiglie per ottenere il prestito allo 0,15% di interesse, da restituire comodamente nel 2018, ma che sarà sufficiente mantenere costante, fino ad aprile 2016, il valore dei finanziamenti alla propria clientela rilevato nei 12 mesi precedenti alla data di aggiudicazione del prestito della BCE;

– per le banche che negli ultimi 12 mesi hanno invece diminuito lo stock di finanziamenti alle famiglie e alle imprese, il parametro di riferimento sarà addirittura di valore negativo fino a d aprile 2015 e poi pari a zero fino ad aprile 2016. Ciò vale a dire che anche per questi istituti non sarà necessario incrementare i prestiti alle imprese e alle famiglie per ottenere i nuovi euro dalla BCE, da poter restituire comodamente nel lontano 2018, ma che essi potranno addirittura continuare a diminuire lo stock di finanziamenti alle imprese e alle famiglie fino ad aprile 2015, per poi mantenere costante lo stock registrato fino ad allora per i 12 mesi a seguire.

Ecco cosa si cela dietro questo TLTRO: un nuovo aiuto al disastrato sistema bancario europeo.

Innanzitutto, le prime due tranche di TLTRO verranno attribuite sulla base di un dato storico, che poco ha a che vedere con l’intento di incentivare le banche ad incrementare i prestiti alle famiglie e alle imprese. Esse infatti potranno ambire a prendere in prestito dalla BCE il 7% di qualunque sia lo stock di crediti già erogati alla clientela. Una volta ottenuto il prestito, nulla obbliga effettivamente gli istituti ad aumentare i finanziamenti concessi o vieta severamente ad essi di diminuirli. Una volta che in queste prime due tranche di TLTRO si sarà aggiudicato il prestito agevolato, le banche potranno fare ciò che vogliono dei soldi ricevuti dalla BCE, perché non sono previste sanzioni o penali se essi non verranno prestati a imprese e famiglie; male che vada le banche restituiranno alla BCE i soldi ottenuti nel 2016 anziché nel 2018, pagando pur sempre il prestito con un irrisorio interesse dello 0,15%.

Considerato che le banche europee devono restituire alla BCE ancora 362 miliardi della vecchie operazioni LTRO 2011 e 2012, è immediato credere che buona parte di questi primi 400 miliardi possano essere utilizzati da esse proprio per saldare i vecchi LTRO. Oppure si consideri che, per queste prime 2 tranche, le banche italiane potranno chiedere alla BCE fino a 75 miliardi di euro (fonte: dati BCE), ossia esattamente l’ammontare delle obbligazioni in scadenza a fine 2014. Altro che incrementare i finanziamenti alle imprese e alle famiglie! Vedrete.

Per quanto riguarda il meccanismo di determinazione delle seguenti 6 tranche di TLTRO, se da una parte esso potrebbe risultare un effettivo incentivo alle banche di incrementare la concessione dei finanziamenti alle imprese e alle famiglie (da marzo 2014 infatti, più le banche avranno finanziato o finanzieranno, più soldi potranno chiedere in prestito alla BCE, trimestralmente fino al 2016), dall’altra parte esso è più un incentivo a mantenere inalterati gli stock di finanziamento alla clientela, più che ad incrementarli, perché il parametro di riferimento in base al quale si confronterà la variazione di stock dei finanziamenti concessi non è mai superiore allo zero. Basterà non variare il valore dei finanziamenti già erogati negli anni precedenti per poter ottenere i nuovi euro della BCE allo 0,15% di interesse, da restituire fra 4 anni.

I quasi 1000 miliardi di euro che la BCE stamperà per la nuova operazione TLTRO, rischiano nuovamente di non essere destinati all’economia reale, ma di essere utilizzati dalle banche per la ricapitalizzazione dei propri bilanci, per acquistare altri titoli di stato o per effettuare operazioni speculative sui mercati finanziari. Il tutto, senza usare soldi propri.

E’ tutta una balla la storia che questi nuovi euro stampati dalla BCE saranno d’aiuto alle famiglie e alle imprese. Punto primo: ogni nuovo euro stampato in eccesso rispetto alla effettiva ricchezza di un paese, nel lungo periodo, è dannoso alla sua economia; e questo è purtroppo il caso della situazione europea attuale. Punto secondo, il tessuto economico europeo è estremamente lacerato dalle distorsioni create dalle precedenti politiche monetarie della BCE sui tassi di interesse, dal mare di leggi e dalla delirante burocrazia imposte dai governi all’economia, dall’incivile oppressione fiscale a cui sono sottoposti i redditi e i patrimoni degli europei, dai troppi monopoli di stato.

Ciò lo sanno benissimo le banche europee, per questo non troveranno conveniente investire in un’economia allo stallo, bensì finanziarsi dalla BCE a tassi prossimi allo zero, al massimo per soli 2 anni (anziché per i potenziali 4) e reinvestirli in attività più redditizie del mondo della finanza.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Pasquale Marinelli – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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