MILANO (WSI) – Piazza Affari chiude piatta una seduta in cui era arrivata a guadagnare anche l’1%. L’indice FTSE Mib chiude in rialzo dello 0,08% a quota 21.129 punti.
A pesare sul finale le stime dell’Fmi che ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell’Italia su quest’anno, stimando una recessione dello 0,1%. Analisti delusi dal primo round del maxi finanziamento lanciato dalla Bce. L’operazione si è chiusa con l’assegnazione di 82,6 miliardi di euro a 255 banche, molto sotto le attese degli analisti collocate oltre quota 100 miliardi.
Per quanto riguarda le principali banche italiane segnaliamo che Unicredit ha ottenuto l’assegnazione di 7,75 miliardi di euro per l’Italia, mentre l’altra big Intesa Sanpaolo ha ottenuto 4 miliardi di euro: per la banca il massimo richiedibile è pari a 12,5 miliardi di euro e la differenza di 8,5 miliardi verrà probabilmente richiesta nella seconda tranche prevista per dicembre.
Tra le blue chip maglia nera a Bper (-3,53%), su cui hanno pesato, tra l’altro, le indiscrezioni secondo cui l’istituto potrebbe incorporare il Banco di Sardegna. Giù anche Cnh Industrial (-2,31%) e Mps (-2,04%), denaro su Stm (+2,96%) e Autogrill (+2,39%).
Oggi c’è grande attesa per l’esito del referendum sull’indipendenza scozzese e per l’avvio della prima tranche del TLtro (Targeted long term refinancing operation), il piano di finanziamento della Bce alle banche ma condizionato ai prestiti alle imprese.
Il governo francese, intanto, ha smentito le voci secondo cui Moody’s avrebbe lanciato un avvertimento in vista di un declassamento del credito domani, venerdì.
Lieve calo dello spread tra il Btp decennale e il Bund tedesco. Al momento il differenziale si attesta a 136 punti con il rendimento del decennale italiano al 2,41%.
Sul versante macro, il Fondo Monetario Internazionale ha avvertito dei rischi per l’economia globale, che la prima metà dell’anno “si è rivelata più debole” di quanto pronosticato dalla stessa istituzione nel suo World Economic Outlook, pubblicato ad aprile.
In un rapporto stilato in vista del G20 delle Finanze di questo fine settimana in Australia, il Fmi parla ripetutamente di performance “deludenti” in varie regioni: dagli Usa, all’America Latina all’area euro. E nell’esaminare l’Unione valutaria il Fmi cita l’Italia a causa della contrazione che ha registrato il Pil e dello spauracchio deflazione.
Tra le commodities, i futures sul greggio (wti ny) con scadenza ad ottobre cedono lo 0,19% a quota 94,24 dollari al barile.
Sul valutario l’euro in lieve rialzo a $1,2859.