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Istat, piccolo trucco e il deficit migliora al 2,8%

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ROMA (WSI) – Con i nuovi calcoli del Pil, che sono valsi il premio di Ignobel all’Istat, il 2013 si è chiuso con un deficit del 2,8%, sotto la soglia Ue del 3%, e con un Pil nominale del 3,8%.

Rispetto ai dati diffusi a marzo l’Istat ha rivisto al rialzo il Pil nominale e ridotto l’indebitamento netto di circa 2 miliardi, adottando il nuovo Sistema europeo dei conti nazionali e regionali. I tassi di variazione del Pil per gli anni recenti hanno subito invece, spiega l’Istat, revisioni molto contenute.

Dall’insieme delle novità entrate in vigore con il nuovo sistema dei conti, il cosiddetto Sec 2010, il governo aveva detto di aspettarsi un impatto “tra l’1 e il 2%” a livelli di Prodotto interno lordo.

In particolare, il tasso di variazione del Pil in volume del 2013 è risultato identico a quello stimato a marzo 2014; quello relativo al 2012 è stato rivisto al rialzo da -2,4% a -2,3%. Nel 2013 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.618.904 milioni di euro correnti, con una riduzione dello 0,6% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è diminuito dell’1,9%.

In particolare, spiega l’Istat, nel 2013 il valore del Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.618.904 milioni di euro correnti, in calo dello 0,6% rispetto al 2012. In termini di volume il Pil segna una diminuzione dell’1,9%.
Nel 2012 si era registrato un calo pari al 2,3%.

La diminuzione del Pil nel 2013 è stata accompagnata da un calo del 2,7% delle importazioni di beni e servizi, che ha accentuato la contrazione delle risorse disponibili, risultata pari a -2,1%. Dal lato degli impieghi si registrano flessioni sia dei consumi finali nazionali (-2,3%), sia degli investimenti fissi lordi (-5,4%).

Un contributo positivo alla variazione del Pil (+0,9 punti percentuali) è venuto dalla domanda estera netta, mentre è risultato ampiamente negativo l’apporto della domanda nazionale (-2,9 punti percentuali) e nullo quello della variazione delle scorte.

Il deflatore del Pil è aumentato dell’1,4%, il deflatore della spesa delle famiglie residenti dell’1,2% e quello dei consumi interni dell’1,3%; l’incremento del deflatore degli investimenti fissi lordi è stato dello 0,5%. La ragione di scambio con l’estero nel 2013 è migliorata significativamente, per effetto di una diminuzione dell’1,8% del deflatore delle importazioni di beni e servizi e dello 0,1% di quello delle esportazioni.

L’Istuto di statistica italiano ha ricevuto nel weekend il premio Ig Nobel 2014 per l’Economia per essersi “orgogliosamente” assunto il compito di adempiere al mandato europeo di aumentare la dimensione ufficiale dell’economia nazionale includendo i ricavi da prostituzione, vendita di droghe illegali, contrabbando, e tutte le altre operazioni finanziarie illecite”, ha spiegato Marc Abrahams, ideatore e conduttore dell’ironico premio.

Il premio conferito all’Istat dalla Annales of Improbable Research, è dovuto all’adozione delle nuove linee definite a livello europeo dall’Eurostat. Queste prevedono, per l’Italia come per tutti gli altri Paesi europei, l’inserimento delle attività illegali nel Pil.

A rendere ancora più surreale il tutto, i dati sul Pil 2012 e 2013 rivisto con i nuovi principi contabili ESA 2010 sono stati diffusi oggi con ritardo, rispetto all’orario inizialmente previsto delle 11, a causa dell’agitazione dei lavoratori precari che questa mattina hanno occupato la sala stampa dell’istituto. I precari denunciano la mancanza “di un percorso di interlocuzione credibile con il Governo verso la stabilizzazione”.

Gli Ig Nobel vengono assegnati dal 1991 da un comitato di veri premi Nobel, vincitori di Ig Nobel e giornalisti alle ricerche scientifiche “che fanno inizialmente ridere e poi riflettere”. I vincitori, dieci in tutto per altrettanti ambiti (dalla biologia alle scienze artiche, alla fisica), si sono aggiudicati mille miliardi di dollari dello Zimbabwe, all’incirca 25 centesimi di euro.