Mercati

Borsa Milano chiude in rosso, sell su banche

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MILANO (WSI) – Inizio di settimana in rosso, ma sopra i minimi per Piazza Affari . Dopo un avvio positivo, tutte le borse europee si sono indebolite appesantite dagli ultimi dati macro sulla fiducia dei consumatori nell’Eurozona e dalla
situazione critica a Hong Kong. L’indice Ftse Mib cede nel finale l’1,29% a 20.526 punti, la peggiore piazza in Europa.

A Parigi il Cac40 ha perso lo 0,83% e a Francoforte il Dax30 lo 0,71%. Ha limitato i danni Londra, che ha terminato le contrattazioni poco mossa, con il Ftse100 in flessione dello 0,04%.

Gli occhi degli investitori sono puntati sulla riunione della Banca centrale europea, giovedi’ 2 ottobre, ma oggi a creare nervosismo sui mercati e’ stata soprattutto la situazione a Hong Kong, che potrebbe generare nuove tensioni internazionali tra la Cina e l’Occidente. Non solo, Hong Kong e’ una delle maggiori piazze mondiali per l’acquisto di beni di lusso e questo potrebbe creare molti problemi ai gruppi del settore.

Sul fronte dei cambi, l’euro passa di mano a 1,2699 dollari (1,2683 in chiusura venerdi’) e 138,855 yen (138,60), con il biglietto verde che vale 109,34 yen (109,28). Il petrolio Wti e’ in lieve progresso dello 0,12% a 93,67 dollari al barile.

Spread
Dopo l’ultima emissione di CCT e Btp, lo spread tra Btp e Bund a 10 anni chiude in rialzo a 144 punti base dai 141 punti della chiusura di venerdì. Il rendimento del decennale italiano è salito dal 2,38% al 2,40%..

Titoli a Piazza Affari
Il comparto del lusso italiano e’ stato penalizzato dalla situazione nell’ex protettorato britannico, in quanto si avvicina uno dei periodi di vacanza in Cina e dunque di maggiore spesa: il mercato teme che le tensioni possano scoraggiare i viaggi e il turismo, e quindi gli acquisti. I titoli Salvatore Ferragamo sono scesi del 3,43% a 21,65 euro e quelli Tod’s del 2,42% a 78,5 euro. Deboli anche le banche e i finanziari in genere: Bpm (-2,81% a 0,6235 euro), UnipolSai (-2,59% a 2,26 euro), Mediobanca (-2,58% a 6,595 euro), nel giorno in cui il patto di sindacato ha approvato all’unanimita’ la lista dei 18 candidati che verranno presentati all’assemblea del prossimo 28 ottobre per il rinnovo del cda, e Banca Mps (-2,52% a 1,006 euro).

Hanno retto in rialzo World Duty Free (+1,12% a 8,99 euro), Atlantia (+0,79% a 19,24 euro), Campari (+0,53% a 5,665 euro), e Prysmian (+0,35% a 14,38 euro), che in mattinata aveva toccato un massimo a 14,95 euro, spinta dalla conferma della guidance 2014, dopo che la societa’ aveva tagliato in estate le previsioni per l’ebitda di fine anno per tener conto dell’impatto negativo del progetto Western Link.

Dati macro
In ambito macro il report annuale di un pool di economisti ed ex banchieri centrali, il 16esimo ‘Geneva Report‘, ha avvertito dei rischi di una nuova crisi, sottolineando che la crescita zero e i livelli di inflazione bassissimi non fanno che alimentare l’incremento continuo del rapporto tra debito e Pil. Dal 2008, momento in cui la crisi è scoppiata, la crescita mondiale non ha mai rispettato le attese.

L’indice della fiducia nell’economia dell’Eurozona, nel frattempo, è sceso ancora in settembre (vedi grafico sotto). Secondo il sondaggio della Commissione Ue il sentiment economico è sceso a 99,9 dai 100,6 di agosto. La media a lungo termine è di 100. La fiducia si è deteriorata in particolare in Italia (-0,9).

In flessione anche la fiducia dei consumatori. Il sondaggio commissionato sempre dalla Commissione Ue ha mostrato un calo dell’indice a -11,4 in agosto dai -10 di luglio.
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Nel frattempo la Cina, la seconda potenza economica al mondo, sta rallentando il passo. Il tutto mentre la Federal Reserve potrebbe apportare una stretta monetaria prima del previsto.

Nel secondo trimestre l’economia Usa è cresciuta al ritmo più sostenuto dal 2011. Ciò significa anche che la Federal Reserve potrebbe aumentare i tassi di interesse prima del previsto, un’ipotesi che non piacerà ai rialzisti.

Pimco, il maggiore fondo obbligazionario al mondo, che ha appena perso uno dei suoi confondatori, il popolare Bill Gross, vede una crescita più fiacca in Cina e rischi al ribasso in Australia.
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Sul versante geopolitico, le proteste a Hong Kong, le più violente da almeno una decina di anni, stanno innervosendo gli investitori in Asia e rischiano di allontanare investimenti e impaurire le imprese. Il pericolo è che abbiano ripercussioni economiche a lungo termine sulle potenze mondiali asiatiche.

Le Borse asiatiche scambiano in negativo: i cali di Hong Kong, dove sono in corso proteste e manifestazioni ‘pro-democratiche’ in tutta la città, fanno sentire il loro peso (vedi video sotto) su tutto il resto del continente.

L’indice Hang Seng cede l’1,9%, evaporando i guadagni annuali e trainando al ribasso il paniere della regione. L’MSCI di Asia e Pacifico perde lo 0,7%. Shanghai non subisce invece l’impatto negativo delle notizie provenienti dalla città Stato. La Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo, con l’indice Nikkei che ha fatto +0,46%.

I Cds per mettersi al riparo contro un eventuale default del debito cinese sono saliti ai massimi di 5 mesi a 89 punti base. Il rialzo è di sei punti base rispetto alla chiusura di venerdì scorso.

La polizia ha utilizzato gas lacrimogeni per disperdere la folla in vista della festa nazionale durante cui i mercati finanziari chiuderanno, il primo e 2 ottobre.
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Sul valutario, il dollaro di Hong Kong e lo yuan si indeboliscono di pari passo con il rafforzamento del dollaro. Il Dollar Index scambia in positivo per la settima seduta di fila. La moneta neozelandese, intanto, è destinata a registrare la tre giorni peggiore degli ultimi tre anni. L’euro è in lieve calo sul dollaro a $1,2677.

Tra gli altri mercati, i futures sul petrolio a New York scivolano dello 0,6%.