GINEVRA (WSI) – L’economia mondiale rischia di sprofondare in un’altra crisi. A dirlo è un rapporto esclusivo, il ‘Geneva Report‘, che cita “una miscela velenosa” di livelli record di debito e crescita in frenata.
Il 16esimo report annuale di Ginevra, commissionato dal Centro Internazionale di Studi Bancari e Monetari (ICMB nell’acronimo inglese) e preparato da un panel di economisti a cui hanno preso parte anche tre ex banchieri centrali, cita per esempio il caso della Cina, che sta crescendo al ritmo del +7,5% dopo diversi anni di Pil a doppia cifra.
La previsione degli analisti è che i tassi di interesse rimarranno bassi per un periodo di tempo “molto, molto lungo”. È l’unica via da percorrere per permettere ai nuclei familiari, alle aziende e ai governi di ripianare i propri debiti e scongiurare un altro crac finanziario.
L’alert arriva sulle scrivanie dei leader politici internazionali pochi giorni prima della riunione annuale del Fondo Monetario Internazionale a Washington, fissata la settimana prossima.
La ripresa dell’economia sta rallentando il passo e ciò potrebbe coincidere con un rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Se la situazione economica della maggiore potenza mondiale rimarrà inalterata, entro un anno la banca centrale Usa dovrebbe imporre una stretta monetaria dopo anni di politiche di allentamento straordinarie.
Con le loro misure eterodosse senza precedenti i banchieri centrali non sono ancora riusciti ad alimentare le attività creditizie e in particolare i prestiti a imprese e famiglie. Il numero di assunzioni e il Pil non sono cresciuti come sperato. Il problema fondamentale si chiama debito.
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Come sottolineato anche dagli economisti di Saxo Bank, il rischio sistemico in Europa è più alto ora rispetto all’inizio della crisi. Con una crescita zero il rapporto tra debito e Pil continua a salire. E con la deflazione, ripagare il passivo statale sarà ancora più difficile. È l’incubo della Bce, perché sarebbe un peso in più per i debitori e una manna per i risparmiatori.
Sono vicine a un “momento Minsky”. Sta per essere raggiunto il punto di non ritorno di inflazione del debito. Quando il cash generato dagli asset è insufficiente a ripagare il debito accumulato per comprare lo stesso asset, si registra un collasso improvviso del valore degli asset.