ROMA (WSI) – Ordini all’industria ko, idem la produzione industriale. E, a quanto pare, anche le esportazioni tedesche, vero motore della Germania.
Ad agosto, stando ai dati resi noti nella giornata di oggi, anche l’export è sceso ai minimi dal 2009, esattamente dal mese di gennaio, crollando -5,8%, dopo il +4,8% di luglio. La performance – sembra il solito copione – è ancora una volta peggiore delle attese, con gli economisti che avevano previsto una flessione del 4%.
Le importazioni sono scese dell’1,3% dopo il -1,4% di luglio. Il surplus commerciale si è di conseguenza ridotto a 14,1 miliardi di euro dal livello record di 23,5 miliardi.
Lo scivolone delle esportazioni, afferma Kit Juckes, esperto dei cambi presso Société Générale, conferma “quanto la crisi dell’Ucraina stia colpendo il cuore dell’economia europea”. Per l’esperto, “assisteremo ad altri casi del genere (dunque a nuovi dati negativi), e dunque a maggiori pressioni affinché la Bce agisca”.
Carsten Brzeski di ING dice chiaramente che la Germania “ha bisogno di un piccolo miracolo, per evitare la recessione”. ” I dati commerciali di agosto si aggiungono semplicemente alla devastante evidenza che l’intera economia tedesca si è fermata in quel mese”.
Il motivo? Per Brzeski è da ricercare nel rallentamento delle economie di diversi mercati chiave per le esportazioni tedesche, nella crisi ucraina, e nelle vacanze estive. Ma le prospettive rimangono decisamente fosche: “Guardando in avanti, i dati di questa settimana mostrano che, a dispetto del miracolo del calcio di questa estate, non ci sarà sicuramente nessun miracolo economico. Piuttosto, l’economia avrà bisogno di un piccolo miracolo a settembre, per evitare la recessione nel terzo trimestre”.
E pesano come un macigno le parole rilasciate da Henri Proglio, presidente e amministratore delegato del gruppo energetico francese EDF, al Financial Times.
A suo avviso il mercato energetico tedesco è “un disastro” e una delle due principali società di energia elettrica “è più o meno morta”. Di fatto, “Eon e RWE fanno fronte a una pressione enorme. Una è più o meno morta, l’altra versa in condizioni molto difficili”.
Le società fanno i conti con il forte crollo degli utili, in un momento in cui il paese sta puntando più sulle fonti rinnovabili di energia che su quelle convenzionali, dopo la decisione della cancelliera Angela Merkel di uscire dal mercato dell’energia nucleare, dopo il disastro di Fukushima, in Giappone.
Intanto, i principali centri studi della Germania tagliano le stime sulla crescita della Germania: per il 2014 si prevede +1,3% per il Pil tedesco, e per il 2015 una lieve decelerazione al +1,2%. Precedentemente avevano indicato tassi di crescita rispettivamente di 1,9 e 2%