NEW YORK (WSI) – La Bce è pronta ad assumere nuove misure straordinarie, se necessario, contro il rischio di un eccessivo protrarsi della bassa inflazione nell’area euro. E “questo significa che siamo pronti a variare mole e composizione dei nostri interventi, e quindi del nostro bilancio, in base alle necessità”. Lo ha affermato il presidente della Bce Mario Draghi intervenendo alla Brookings Institution a Washington. Su questi intenti, ha ripetuto, il Consiglio direttivo è determinato “all’unanimità”.
Il numero uno dell’istituto di Francoforte ha poi sottolineato che, senza riforme in Europa “non puo’ esserci ripresa”. “Sono ovviamente consapevole dell’argomento che e’ piu’ facile fare riforme durante periodi positivi dell’economia”. Tuttavia secondo Draghi ci sono diverse ragioni per non attendere. Primo “troppo spesso le riforme sono state rinviate nelle fasi difficili per questo motivo, per poi essere dimenticate”. Secondo, “non sono certo che ci saranno tempi migliori se oggi non facciamo riforme”. Terzo, “dobbiamo urgentemente alzare il potenziale di crescita” dell’area euro.
Per Draghi, i paesi che hanno margini di bilancio devono usarli per favorire la ripresa, ma “specialmente dove i margini non ci sono, la politica economica puo’ comunque sostenere la crescita alterando la composizione del bilancio” “In particolare – ha spiegato – intervenendo simultaneamente con tagli alla spesa improduttiva e sulle tasse distorsive”.
E sempre sul tema della riforme ha affermato che, se nella situazione attuale di difficoltà economiche e alta disoccupazione i governi dell’area euro “non fanno la cosa giusta, spariranno per sempre dalla scena politica”. Ma “sono molto ottimista sulla loro capacità di risposta oggi, molto di più di quanto lo fossi nel 2002”.
A parere del presidente Bce Mario Draghi i flussi di credito dalle banche al settore privato – elemento cruciale per la ripresa economica della zona euro, al momento in gravi difficoltà – dovrebbero riprendere già all’inizio dell’anno prossimo. L’istituto centrale di Francoforte sta sottoponendo 131 tra le principali banche europee a un rigoroso esame dei bilanci in modo da alleggerirle dalle sofferenze e garantirne la solidità dei coefficienti patrimoniali prima di esercitare una diretta supervisione.
Da un confronto con la situazione dell’estate scorsa, dice sempre Draghi, risulta che le banche su cui la Bce eserciterà la vigilanza hanno già proceduto a un rafforzamento patrimoniale di quasi 203 miliardi di euro tramite aumenti di capitale, emissione di bond o mancata distribuzione del dividendo. Il processo di riordino porrà gli istituti di credito in condizioni meglio atte a rilanciare gli impieghi, fenomeno chiave per una congiuntura come quella della zona euro tanto dipendente dai finanziamenti del canale bancario. “Prevedo che il credito torni a crescere all’inizio dell’anno prossimo” si legge nell’intervento del presidente a uno dei numerosi eventi della riunione autunnale Fmi e Banca mondiale in corso nella capitale Usa.
In merito al piano di acquisti di prestiti bancari cartolarzzati (Abs) e obbligazioni garantite, Draghi ha sottolineato quanto lo stesso rappresenti una vera e propria “transizione” della politica monetaria della Bce. “E’ un punto piuttosto importante. Da una politica prevalentemente fondata da un approvvigionamento passivo di credito della Banca centrale, passiamo a uno piu’ attivo e controllato mediante la gestione del nostro bilancio”. “Ci attendiamo che le nostre misure abbiamo un impatto significativo sul nostro bilancio, e tramite l’impatto che avranno passando dai canali monetari, sull’inflazione”, ha aggiunto.
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