NEW YORK (WSI) – Il Fondo monetario internazionale mette in guardia sul rischio di recessione nell’Eurozona.
“Abbiamo messo in allerta sulla possibilità di una recessione” dell’Eurozona, che secondo le stime è possibile al 35-40%, “un valore non insignificante”. Lo ha detto il direttore generale del Fmi Christine Lagarde, durante la conferenza stampa organizzata durante il lavori autunnali dell’isituto, in corso a Washington.
Secondo Lagarde “esiste il serio rischio che una recessione si verifichi se non si farà nulla”. Viceversa, “se saranno messe in atto le giuste politiche, se tutti i Paesi faranno quello che devono fare, si può evitare” una recessione, ha detto ancora il numero uno del Fmi.
Lagarde ha ricordato che il Fmi “ha messo in guardia due anni fa sui rischi collegati a una situazione di bassa inflazione persistente” e ora si augura che “sia fatto di più” per contrastare il problema.
Nell’Eurozona è necessaria una politica monetaria ancora più accomodante per sostenere la crescita, mentre negli Stati Uniti, dove la Federal Reserve sta agendo per sostenere l’economia, “si potrebbe assistere a una maggiore volatilità”. Per sostenere l’economia potrà essere utile mettere in atto una serie di “politiche di bilancio a favore delle riforme del mercato del lavoro”.
Siamo in una fase di “nuova mediocrità” con una crescita globale “debole e squilibrata”, tuttavia ci potrà essere nuovo slancio se saranno portate avanti azioni decise e riforme, ha continuato Lagarde. Secondo il direttore, tuttavia “le riforme devono essere specifiche per ogni Paese” e devono essere fatte sul serio “non bisogna solo parlarne”. Bisogna garantire che la crescita sia sostenibile ed è questa una delle aree in cui agisce il Fmi, che si impegna anche sul fronte della sorveglianza e del credito.
Il Fondo monetario internazionale “non può prevedere cosa farà la Federal Reserve” e il presidente dell’istituto “Janet Yellen sta dando spiegazioni e guidance chiare e comprensibili”. Per questo è possibile per tutti “leggere quello che lei dice e il suo messaggio dato sei mesi fa.
Per quanto riguarda invece l’impatto che potrà avere un cambio di politica da parte della Federal Reserve, è “probabile che alcuni Paesi dovranno fare i conti con un aumento della volatilità”, motivo per cui l’istituto di Washington cerca di monitorare che “questi Paesi abbiano gli strumenti per fare fronte”.
(TMNews)