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Borsa Milano -1,2%, azionario europeo ai minimi in un anno

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MILANO (WSI) – Raffica di sospensioni al ribasso sui bancari, perdita -7% nell’arco di una sola seduta e mezza. Piazza Affari inizia un giovedì nero, poi risale dai minimi intraday, rimanendo però sotto pressione. Ftse Mib chiude in calo -1,21%, recupera la soglia dei 18.000 punti, a 18.083 punti.

Vendite in tutta Europa, l’indice di riferimento Stoxx Europe 600 Index cala per l’ottava seduta consecutiva, durante la sessione è scivolato al minimo in un anno, in quella che è la fase ribassista peggiore in 11 anni.

Ottobre è il mese più crudele per le Borse. Il crash di Wall Street è avvenuto nel decimo mese dell’anno 1929. Idem per il Black Monday del 1987.

Ad alimentare la pioggia di vendite sono stati oggi anche i timori sul ripresentarsi della crisi finanziaria in Eurozona e anche sui rischi per la ripresa americana, che hanno portato lo S&P ad azzerare tutti i progressi da inizio anno.

Ma poi un aiuto è arrivato proprio da Wall Street, in recupero. Hanno inciso le parole di James Bullard, presidente della Federal Reserve Bank di St. Louis, che ha affermato che la Fed dovrebbe considerare l’idea di posticipare la fine del QE.

Sul fronte Eurozona, la Grecia è tornata nel mirino degli investitori. C’è grande incertezza sul futuro del programma di salvataggio. Il governo greco vuole l’uscita anticipata dal piano della Troika e gli operatori hanno paura che Atene non riuscirà ad avere accesso ai mercati per rifinanziare il debito. Il tasso a 10 anni è volato di oltre 100 punti base sfiorando il 9%. Il 3 e 5 anni hanno superato la soglia del 7%.

I bond ellenici hanno perso il 17% nell’arco di un mese fino a ieri. Il tasso decennale è salito di circa il 2,13% nello stesso periodo. Già ieri per la verità il rendimento aveva toccato l’8,01%. Il rialzo di 85 punti base in un giorno è stato il più accentuato da luglio 2012, data in cui il paese rischiava di uscire dall’area euro.

In Grecia c’è anche il rischio di elezioni anticipate a febbraio in caso di stallo nell’elezione del Presidente della Repubblica. I sondaggi danno in vantaggio il partito anti euro all’opposizione, Syriza.

Ma oltre alla Grecia gli investitori sono preoccupati anche perchè iniziano a perdere la speranza sulla possibilità che un Quantitative Easing europeo si materializzi.

Risultato: borse in grande affanno e soldi in uscita dai bond della periferia. Lo Spread tra Btp e Bund decennali è balzato fino a 204 punti base, per poi ridursi sensibilmente nel finale, in crescita +4,07% attorno ai 174,76. Tassi sui BTP decennali oltre il 2,7%, poi riscendono al 2,54%. Occhio ai Bund a 10 anni, che rendono lo 0,718% nuovo minimo record storico.

A Piazza Affari vendute le banche che però hanno recuperato decisamente terreno rispetto ai minimi intraday. Mps -8,72% dopo essere tornata alle contrattazioni con quasi -12%; Bper -2%, BPM -4,86%, Banco Popolare -0,47%. Intesa -1,13%, Unicredit -3%, Ubi Banca -3,2%. Tra gli altri titoli Telecom Italia -4%. Bene Pirelli +1,01%, Saipem +2,31%, Snam +0,95% e soprattutto Tod’s +3,27%.

Gli operatori segnalano un certo nervosismo dovuto all’avvicinarsi dell’esito degli stress test sulle banche europee, il prossimo 26 ottobre. In un’operazione volta ad aiutare le banche elleniche a ottenere ulteriori 12 miliardi di euro di liquidità, la Bce ha abbassato lo sconto che viene applicato sui bond usati come colletarale dalle banche greche per recuperare fondi. L’haircut rispecchia il rischio percepito dall’avere un determinato asset.

Pesano anche i dati macro. L’inflazione molto bassa alimenta i timori di deflazione. Sono stati pubblicati i dati sulla bilancia commerciale e sui prezzi al consumo dell’eurozona.[ARTICLEIMAGE]

Su mese il surplus commerciale si è ristretto nei confronti del resto del mondo. Si è attestato a €9,2 miliardi in agosto, in ampliamento dai 7,3 miliardi di un anno prima, ma in calo dalle cifre riviste di lugno pari a 21,6 miliardi. Le esportazioni sono calati 0,9% mentre le importazioni sono crollate del 3,1%.

Seduta difficile come prevedibile anche per le borse asiatiche, dopo il mercoledì nero dei listini europei. Tokyo chiude con un tonfo del 2,22%, Shanghai -0,71%, Kospi coreano contiene le perdite con -0,37%, mentre l’indice australiano riesce a chiudere in positivo, con +0,18%.

Riguardo alle materie prime, i futures sul petrolio sono scesi al di sotto della soglia a $80 per la prima volta dal giugno del 2012. Al momento cedono -1,12% a $80,86, recuperando l’importante soglia psicologica.

Sotto pressione anche l’oro, -0,40% a $1.239,80. Per l’economista Paul Ashworth, il calo progressivo del petrolio e dei tassi a lungo termine Usa aiuterà la crescita del Pil americano. [ARTICLEIMAGE]

In ambito valutario, l’euro scende -0,30% a $1,2797; dollaro/yen +0,25% a JPY 106,10; euro/franco svizzero piatto con +0,02% a $1,2071. Euro/yen -0,11% a JPY 135,84. Contro lo yen, la mometa unica ha toccato i minimi di 11 mesi a 134,98 yen.

Foto in prima pagina: David Levene/David Levene