MILANO (WSI) – L’autunno, ma soprattutto l’imminente inverno, porteranno consiglio ai soci fondatori, giornalisti e non, del Fatto Quotidiano. Secondo quanto appreso da milanofinanza.it, il progetto di quotazione definito per il mese di novembre dovrebbe infatti slittare. O meglio, vista la stagione, va in letargo almeno fino al prossimo febbraio.
Questa è l’ultima novità emersa dal confronto tra azionisti, manager e consulenti al lavoro sul debutto a Piazza Affari sull’Aim Italia, il listino dedicato alle piccole e medie imprese. L’intenzione è quella di sbarcare in borsa per trovare capitali da destinare allo sviluppo del piano industriale, che punta molto sul business dell’online e sulla digitalizzazione.
Ma le divergenze, latenti da tempo, tra i soci-giornalisti come il direttore Antonio Padellaro, la firma di punta Marco Travaglio (condirettore) e Peter Gomez, responsabile della divisione online del Fatto, e Marco Lillo e gli altri azionisti (dalla casa editrice Chiare Lettere all’editore emiliano Francesco Aliberti, dall’ad del gruppo Cinzia Monteverdi a Bruno Tinti), non sono ancora state sanate.
E quindi, si è deciso di rimandare tutto a tempi migliori. I principali nodi sono legati alla governance, in particolare alla composizione del consiglio d’amministrazione post-quotazione, alla rappresentatività della redazione nello stesso board, ai commi e cavilli dello statuto per garantire l’indipendenza della testata e blindare la società da qualsiasi ipotesi speculativa di scalata. In particolare, gli uomini di Integrae (il nominated advisor) e di Ntcm (lo studio legale) e di Ubi Banca (joint global coordinator) starebbero definendo un codicillo che, come prevede la legge in materia, fisserà un limite massimo del 15% del capitale per ogni socio. E comunque il flottante sull’Aim sarà nell’intorno del 20-25% al massimo.