ROMA (WSI) – In agosto, tutti i paesi membri dell’area euro hanno fatto registrare un indice dei prezzi alla produzione negativo, ovvero sottozero, eccetto la Latvia (vedi chart a fianco). Non aiuta certo la crescita. Non aiuta i consumi. E conferma che l’Ue continua a fallire in tutta la sua politica economica. E lor sognori a Bruelles non muovono un dito.
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La bassa inflazione o la deflazione in Belgio, Grecia, Spagna e Italia “potrebbe portare a una propensione al risparmio ancora più alta”, con un calo di consumi e investimenti che peserebbe sui prezzi “aumentando il rischio di una viziosa spirale deflazionistica”. A sostenerlo è un report dell’agenzia di rating Standard&Poor’s. Secondo cui anche uno stimolo della domanda tedesca “avrebbe un effetto piuttosto limitato” su Italia, Spagna e Francia.
L’economia dell’Eurozona non è affatto uscita dalla crisi e “potrebbe entrare in una fase persistente di crescita debole a causa del calo della leva finanziaria e dell’economia globale che rallenta”, aggiunge Standard & Poor’s. Per l’agenzia di rating “la politica monetaria può aiutare a stabilizzare le economie nel breve termine, ma può essere controproducente nel lungo termine se porta la politica ad abbassare la guardia”.
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Qualche giorno fa del tema deflazione in Europa si e’ occupato anche il presidente della Bce. Mario Draghi ha fatto capire (a parole) che non permetterà che l’area euro piombi in una spirale deflativa.
Parlando alla radio francese Europe 1, il banchiere centrale ha fatto l’ennesima promessa che fa il verso al famoso “whatever it takes” pronunciato a luglio di due anni fa.
Draghi ha assicurato che la Bce è unanimemente d’accordo nel continuare con le sue politiche estremamente accomodanti finché ce ne sarà bisogno e che farà tutto quello che può per evitare che l’Eurozona finisca in deflazione.
“Vi assicuro che il direttivo è unanime nell’impegnarsi a usare gli strumenti a sua disposizione” per portare l’inflazione dove deve essere, poco sotto la soglia Ue del 2%.
I tassi di interesse rimarranno bassi perché non possono essere abbassati molto più di così, essendo praticamnete azzerati. A inizio mese la Bce ha ridotto il costo del denaro ad appena lo 0,05%, i minimi di sempre.