MILANO (WSI) – I risultati degli stress test e la fiducia dei consumatori tedeschi scesa ai minimi di 22 mesi aprono la porta alle vendite a Piazza Affari, con il mercato italiano che risulta il più debole in Europa, chiudendo in calo del 2,4% a 19.028,67 punti. Il Ftse Mib, che ha messo a segno in un primo momento un balzo superiore a +1%, sopra quota 19.710, ha poi azzerato tutti i guadagni, accelerando velocemente al ribasso violando anche la soglia psicologica dei 19 mila punti. Si è ampliato il divario tra Btp e Bund tedeschi, con lo Spread che va verso i 170 punti base.
L’indice delle banche italiane ha ceduto tre punti percentuali circa, a fronte del rialzo del 2% in apertura. Tornata in negoziazione, Mps ha accusato un crollo del 20,4% sotto 0,8 euro (0,796). La pressione sul titolo rispecchia il risultato degli stress test della Bce, con la banca senese che presenta un deficit di capitale di 2,11 miliardi di euro. Elevati gli scambi con quasi 140 milioni di pezzi passati di mano. La Consob ha preso una misura di emergenza, vietando le vendite allo scoperto oggi e domani.
Pioggia di vendite anche su Carige, KO con -17,19% a 0,0771 euro. Per l’istituto il divieto vendite allo scoperto scatterà solo a partire da -40%. Sospese e poi riammesse anche Bper (-3,68%) e BPM (-3,89%), anch’esse bocciate. Sell su Mediobanca. Ubi Banca -5,08%.
Pur essendo rimasti in contrattazione per pochi istanti, i titoli Mps e Carige erano già rispettivamente il secondo ed il quarto per volume di scambi a metà mattina, quando erano passate di mano 31.963.392 di azioni Mps, e 20.705.540 di titoli Carige.
Indietreggiano anche le principali banche promosse negli stress test: oltre a Mediobanca, Intesa Sanpaolo a 2,2840 euro a -3,06%. Unicredit sospesa chiude con -2,38% a 5,7450 euro. Banco Popolare rientra nelle contrattazioni e riporta un trend pressoché invariato.
Tra le altre bocciate, Credito Valtellinese – che tanto aveva perso nei giorni scorsi – fa +3% a 0,9, Banca Popolare di Sondrio, -3,37% a 3,33 euro. Dopo una performance da inizio anno inferiore del 20% rispetto al settore e i miglioramenti operativi registrati, gli analisti di Citigroup hanno alzato le stime su A2A fino al 2016 e promosso il rating da sell a buy. Il titolo fa +1,7%, tra i soli due nomi in rialzo insieme a Atlantia.
È lunga la stada che riporta alla credibilità per le banche italiane. “A giudicare dalla reazione dei mercati, gli investitori non ripongono enorme fiducia nella Bce e sono più pessimisti sulle banche” dopo la pubblicazione degli stress test sui principali istituti di credito d’Europa, dice a MarketWatch Peter Garnry, head of equity strategy di Saxo Bank.
Ben nove su 25 le banche italiane bocciate, tra cui per l’appunto Mps, che cercherebbe ora un compratore.
I risultati della Bce non sono stati comunque scioccanti, dal momento che dagli esami risulta che la maggior parte degli istituti europei ha raccolto un capitale sufficiente o venduto asset in modo sufficiente da riparare i bilanci. Rimane il paradosso delle banche tedesche, che hanno più derivati che crediti a bilancio ma sono state promosse in toto.
Sul mercato dei titoli di stato spread BTP-Bund a 10 anni +2,12% a 169,6 punti base, a fronte di rendimenti in rialzo al 2,53%.
Sul valutario, l’euro sul dollaro a 1,2692 (+0,17%); dollaro/yen -0,31% a JPY 107,81. Euro/franco svizzero piatto a CHF 1,2055. Euro/yen -0,15% a JPY 136,84.
Sui mercati, prevista oggi un po’ di cautela, in attesa del meeting della Fed di due giorni che inizierà domani. Ci si chiede se la Banca centrale americana annuncerà la fine del suo programma di acquistro dei bond.
Sui listini asiatici Nikkei +0,63%, al massimo in due settimane per la seconda sessione, grazie all’indebolimento dello yen verso il dollaro – che nelle ore precedenti ha testato il minimo in tre settimane – e verso l’euro – al valore più basso in più di due settimane.
Sotto pressione l’azionario di Shanghai, con l’indice di riferimento che ha chiuso al minimo in otto settimane, ovvero dallo scorso 2 settembre, segnando la sesta seduta consecutiva di realizzi. Bene invece Sidney, al massimo dallo scorso 15 settembre, sostenuta dal rally dei titoli finanziari.
Tra le materie prime, i futures sul greggio +0,09% a $81,08 al barile; oro sotto 1.240 dollari l’oncia, fa -0,23% a $1.229.